Scacchi, l'accusa di Carlsen: «Niemann ha barato, fuori la verità»

Scacchi, l'accusa del numero uno Carlsen dopo la sconfitta contro il baby-Niemann: «Ha barato, venga fuori la verità»
Magnus Carlsen, 31 anni, è il campione del mondo di scacchi, in carica dal 2013, e secondo molti il più forte giocatore di tutti tempi. Fin qui niente di...

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Magnus Carlsen, 31 anni, è il campione del mondo di scacchi, in carica dal 2013, e secondo molti il più forte giocatore di tutti tempi. Fin qui niente di sorprendente prima della sconfitta dello scorso 4 settembre, quando ha interrotto una serie di 53 vittorie consecutive contro il diciannovenne californiano Hans Niemann. Scacco al re. Un risultato che ha sorpreso tutti e che è stato confezionato in 57 mosse: la più grande rivelazione della Sinquefield Cup di St. Louis, torneo statunitense con un montepremi da centomila dollari. Un esito che non è passato inosservato per l'insinuazione di Carlsen a fine partita: un tweet in cui pubblica un video di José Mourinho, con la sua famosa citazione "Se parlo sono in guai grossi" e con cui annuncia di ritirarsi dal torneo, accusando l'avversario di aver barato. "Deve essere imbarazzante per lui perdere contro di me, mi dispiace", aveva commentato Niemann che in poco tempo si è ritrovato tutti gli occhi puntanti. Da un'analisi tattica della partita le mosse dell'americano appaiono sorprendenti, innovative rispetto alle sue abitudini, in più, nelle dichiarazioni di rito a incontro terminato, ha fatto fatica a spiegare le ragioni della vittoria. Così non trascorre troppo tempo prima di passare dal ritrovarsi addosso l'etichetta del bambino prodigio ad essere segnato da quella del baro. Niemann avrebbe avuto la meglio grazie all'aiuto di un computer capace di suggerire le mosse: un congegno nascosto sotto i vestiti o nelle scarpe in grado di comunicare con delle vibrazioni. Non una novità per il ragazzo, già bannato a 12 e 16 anni dalla piattaforma online chess.com per aver imbrogliato (sua ammissione). 

L'ultima mossa di Carlsen 

Per Carlsen la sconfitta è un danno di immagine e una mancanza di rispetto al gioco degli scacchi e quando si ritrova a sfidare l'avversario in un torneo online del Champions Chess Tour, fa la sua prima mossa e abbandona la partita, un colpo di scena dal messaggio chiaro: "Con chi bara non gioco". L'ultima pagina della storia porta la data del 26 settembre. Nella serata di ieri dopo il silenzio di Niemann, Carlsen torna a parlare e si affida ancora una volta a twitter, una lunga lettera in cui approfondisce i fatti delle scorse settimane: "Il cheating negli scacchi è un grande problema e una minaccia all’esistenza del gioco. Credo che gli organizzatori e tutti quelli che hanno cura della santità del gioco debbano seriamente considerare l’aumento delle misure di sicurezza e dei metodi con cui scoprire chi imbroglia alla scacchiera. Ritengo che Niemann abbia imbrogliato molto più e più recentemente di quanto abbia pubblicamente ammesso. Durante l'incontro ho avuto l’impressione che non avesse tensione o non fosse nemmeno completamente concentrato sulla partita in posizioni critiche, mentre mi stava battendo in una maniera con la quale solo pochissimi giocatori possono riuscire a farlo. Questa gara ha contribuito a cambiare la mia prospettiva. Non voglio giocare con persone che hanno ripetutamente imbrogliato nel passato, perché non so cosa saranno in grado di fare nel futuro. Vorrei dire molto di più ma ad oggi sono limitato senza il permesso esplicito da parte di Niemann. Spero che la verità su questo argomento venga fuori". Ora la prossima mossa spetta al californiano: la partita non è ancora finita. 

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Il Mattino