Quella maglia bianca che dà furore l'ultima scaramanzia del Napoli

Quella maglia bianca che dà furore l'ultima scaramanzia del Napoli
Il venerdì sera c’è chi va a cena fuori, chi va a ballare, chi parte per il week end con la guagliona e chi si vede una dddio di partita di pallone. Per poter...

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Il venerdì sera c’è chi va a cena fuori, chi va a ballare, chi parte per il week end con la guagliona e chi si vede una dddio di partita di pallone. Per poter usufruire di quest’ultima opzione però le condizioni sufficienti e necessarie per il buon esito della faccenda sono tre: tifare Napoli, venire da due pareggi orribili in Champions e in campionato e avvicinarsi al match con l’Inter con la stessa serenità con cui ci si appresta ad aprire una cartella di Equitalia. Ebbene, ieri tutt’e tre le condizioni sono state soddisfatte e finalmente i tifosi del Napoli hanno potuto avere nu poco ‘e bbene. Alzi la mano, infatti, chi si aspettava di vincere questa partita e, soprattutto, di vedere in campo un Napoli così bello da ingenerare in tutti quanti la domanda «Ma fin’e mmò dove stava tutta questa pazzaria?». Una domanda a cui chiaramente non si può trovare risposta ma che assieme ad essa ne porta un’altra, alla quale sì, però, si può rispondere: «Ma fin’e mmò dove stava Rog?». In un luogo nascosto e sicuro, evidentemente, per preservarlo dalla depressione andante che stava avvolgendo il Napoli e che Zielinski ha deciso di spazzare via con un gol bellissimo a pochissimi secondi dal calcio d’inizio. Ma fosse solo per il gol di Piotr! 

 

Vari e formidabili sono gli eventi verificatisi ieri nel tempio di Fuorigrotta: Hamsik che segna di potenza e di cazzimma; Insigne che la mette dentro di rabbia e di furbizia; Gabbiadini che invece di invocare le Parche suonando la cetra perché non segna agita il ciuffo e fa a sportellate a centrocampo e, non da ultimo, Rog che fa la sua apparizione suscitando sgomento e sconcerto manco fosse una via di mezzo tra Zuniga e la Madonna di Fatima. Per non parlare di Reina che ha parato l’imparabile e ha dimostrato a Wanda Nara che l’ommità è un fatto che si acquisisce solo se già sei predisposto e poi te ne vai di casa a Posillipo. Insomma, sarà stata l’aria frizzantina di dicembre, sarà stata l’imminente apertura delle struffoliadi napoletane, sarà stato un cazziatone di Sarri fatto sta che il Napoli ha dato spettacolo. Adesso però testa subito a Lisbona e a una partita complicata che, a parer di molti, si dovrebbe giocare con la stessa maglia indossata oggi, quella bianca con la fascia azzurra che tanto ricorda la solenne divisa dei fujenti della Madonna dell’Arco e che tanto furore ha dato agli azzurri. Perché l’abito non fa il monaco ma una maglia nu poco ‘e mazzo sì! Leggi l'articolo completo su
Il Mattino