Serie A, un girone ai raggi X: successi, sorprese e delusioni

Serie A, un girone ai raggi X: successi, sorprese e delusioni
Con le gare della scorsa settimana si è concluso il girone di andata del campionato 2021-22. La nuova Inter di Simone Inzaghi guida la classifica con 4 punti di vantaggio...

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Con le gare della scorsa settimana si è concluso il girone di andata del campionato 2021-22. La nuova Inter di Simone Inzaghi guida la classifica con 4 punti di vantaggio sul Milan (prima inseguitrice), candidandosi di fatto al bis dello scudetto vinto già lo scorso anno con Antonio Conte in panchina. I rossoneri sono gli unici ad essere stati in grado di rimanere in scia dell'Inter, a differenza del Napoli di Spalletti che dopo le 8 vittorie consecutive iniziali e il grande sprint autunnale, ha perso contatto dalla vetta (7 punti il distacco) .

A chiudere il quartetto Champions, l'Atalanta che ha quattro lunghezze di margine sul quinto posto (occupato dalla Juventus). I bianconeri sono tra le sorprese negative di questo girone di andata. Nonostante il ritorno di Max Allegri in panchina, infatti, la Juventus ha faticato terribilmente a trovare ritmo finendo ai margini della zona Champions.

Brilla la Fiorentina di Italiano (trascinata dal bomber Vlahovic): bella, divertente e soprattutto vincente. Così come sorprendente è fin qui il campionato di Sassuolo ed Empoli. Decisamente no le prestazioni di Cagliari e Salernitana che sono impantanate agli ultimi posti.

LE MILANESI GUIDANO LA CLASSIFICA

La capitale dell’Italia calcistica è posta qualche chilometro più a nord di quella politica: da Roma a Milano. Perché alla fine del girone di andata sono le due milanesi a guardare tutti dall’alto in basso. L’Inter del nuovo corso targato Simone Inzaghi ha avuto un fisiologico periodo iniziale di assestamento, ma da quando ha inserito le marce alte la sua corsa è diventata inarrestabile. Primi in classifica, i neroazzurri si guardano alle spalle e vedono solo il Milan di Stefano Pioli, allenatore attento e pragmatico che ha saputo trasformare una squadra Ibra-dipendente in una squadra e basta. Lo svedese c’è e non c’è, ma di sicuro non è più indispensabile come lo scorso anno. Merito del lavoro di Pioli che ha reso fondamentali giocatori come Tonali, Brahim Diaz e Theo Hernandez, ha saputo rimpiazzare Donnarumma con l’ottimo Maignan e ha aspettato con pazienza la fioritura di Leao.
Anche il Napoli di Spalletti merita una menzione. Perché 8 vittorie di fila non arrivano per caso. Luciano è stato bravo a raccogliere le ceneri del 23 maggio e di quel Napoli-Verona, per ripartire da zero. Ha messo nella testa degli azzurri una mentalità vincente e nonostante il distacco dalla capolista, il Napoli resta ancora in pienissima corsa per dire la propria, quanto meno per un posto nella prossima edizione della Champions League.

CHE FATICA PER MAX E LA SUA JUVE

Il ritorno di Massimiliano Allegri alla Continassa era stato accolto come quello del Figliol prodigo. L’agnello sacrificale è stato Cristiano Ronaldo (tra i due non c’è mai stato un feeling idilliaco), ma a conti fatti l’addio del portoghese sembra aver avuto un effetto decisamente più netto rispetto al ritorno dell’allenatore livornese. La Juve si presenta al giro di boa da quinta in classifica, distante 4 punti dalla zona Champions e anni luce dall’Inter capolista: borsino decisamente negativo per una squadra che contava di rilanciarsi subito dopo l’annata no sotto la gestione Pirlo. Ronaldo non è stato sostituito da un attaccante di peso e in mezzo al campo manca un leader capace di prendere i bianconeri per mano.
Dopo un girone, finiscono all’ultimo banco (in senso figurato e non) anche Cagliari e Salernitana. I sardi sono passati da Semplici a Mazzarri, ma cambiando il timone la nave continua ad andare alla deriva. Discorso analogo anche per la Salernitana neopromossa, che al netto degli enormi problemi societari, non è riuscita a trovare la svolta nemmeno con il cambio in panchina e l’arrivo di Colantuono al posto di Castori (l’eroe della promozione dello scorso anno). Tra i flop anche il Genoa che adesso spera di riprendersi grazie a Sheva in panchina e qualche bel regalo di mercato da parte della nuova proprietà americana.

BOMBER, SUPER VLAHOVIC E CHOLITO

16 gol in 19 partite: questi i numeri di Dusan Vlahovic, l’uomo che guida la classifica marcatori della serie A dopo le prime 19 giornate. L’attaccante della Fiorentina ha dominato questo inizio di stagione a modo suo: a suon di gol. Appena 5 rigori messi a segno, mentre gli altri 11 centri sono arrivati grazie alle sue qualità di infallibile finalizzatore. Fin qui non si è fatto distrarre dalle incessanti voci di mercato (non rinnoverà con la Fiorentina) e ha messo la testa solo sul campo. Risultato? Gol, gol e poi ancora gol. Il tutto per la gioia di Vincenzo Italiano che lo ha messo al centro del suo nuovo progetto tecnico.
Tra i grandi bomber del girone di andata non poteva certamente mancare Immobile (13 reti), mentre la grande sorpresa si chiama Giovanni Simeone. Il Cholito con 12 gol è terzo nella classifica generale e vanta vittime nobilissime nella sua caccia stagionale come Lazio, Juventus e Napoli. Nomi nuovi anche Mattia Destro e Beto. L’attaccante del Genoa era partito fortissimo, salvo poi fermarsi a fine girone, mentre il numero 9 dell’Udinese è l’uomo chiave per la volata salvezza della squadra passata dalle mani di Gotti a quelle di Cioffi. A 7 centri come Beto e Destro anche Pasalic dell’Atalanta, unico centrocampista tra i primi 14 della classifica marcatori.

FIORENTINA E SASSUOLO DA SHOW

Per un posto in Europa c’è una squadra in più. Dopo un girone intero, infatti, la Fiorentina non può più nascondersi. La mano di Vincenzo Italiano (arrivato in estate come tappabuchi dopo l’addio lampo con Gattuso) si è iniziata a intravedere fin da subito: gioco palla a terra, verticalizzazioni e idee precise. Il suo 4-3-3 è una delle sorprese più belle della nostra serie A. La Viola vince e convince: è settima in classifica a pari punti con la Roma e a due di ritardo rispetto alla Juventus, con vista sull’Europa League ma non solo. Italiano ha dato identità alla squadra, ha trasmesso principi facili ma solidi e grazie a giocatori di qualità riesce a esprimere un calcio moderno.
Non del tutto differente da quello che Alessio Dionisi (neo promosso con l’Empoli) sta facendo vedere al Sassuolo. La classifica racconta di una squadra staccata dalla zona Europa, ma il gioco del Sassuolo non lascia indifferent. Esattamente come quello dell’Empoli di Andreazzoli, squadra arrivata appena quest’anno dalla serie B ma capace di imporsi grazie a un ritmo fortissimo e alla continua ricerca del bel gioco. L’allievo di Spalletti è stato bravo a fondere i giovani con la vecchia guardia creando un mix davvero esplosivo.

SCAMACCA E I SUOI FRATELLI

Se Roberto Mancini ha pensato e sta pensando a lui per staccare il pass in vista del Mondiale in Qatar 2022, vuol dire che le qualità di Gianluca Scamacca sono fuori da ogni ragionevole dubbio. D’altra parte anche nel Sassuolo, dove partiva alle spalle di Raspadori nelle gerarchie dell’attacco, è riuscito a conquistare una maglia da titolare. 6 gol segnati (alcuni di rarissima bellezza) ne hanno certificato fin qui un valore che è destinato a salire ancora. Sulle sue tracce c’è la Juventus, ma non solo. Il Milan sta pensando a lui come erede di Ibrahimovic, e anche dall’estero le offerte non mancano. Ma il Sassuolo è intenzionato a tenerlo almeno fino alla fine della stagione.


Tra i giovani di talento che si stanno mettendo in mostra in questo campionato, sicuramente Tommaso Pobega che non ha sofferto il passaggio dallo Spezia al Torino e Davide Frattesi che al Sassuolo ha impiegato pochissimo a diventare un punto fermo dello scacchiere di Dionisi. Nella lista dei Saranno Famosi, merita un posto anche lo svedese Mattias Svanberg che compirà 23 anni il prossimo 5 gennaio, ma nel centrocampo del Bologna si muove come un veterano navigato. Ultimo, ma non certo per importanza, Youssef Maleh: centrocampista marocchino di cittadinanza italiana già andato a segno per due volte con la maglia della Fiorentina. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino