«Il settore calcio vivrà una situazione estremamente difficile, anche in caso di ripresa» della stagione sospesa. I presidenti della serie A avevano bisogno di...
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«Il Coronavirus ha costretto il mondo intero ad affrontare una crisi senza precedenti». Ma quando, anche per dare il senso del collasso economico della serie A a causa del Covid-19, nel comunicato il presidente Dal Pino e l'ad De Siervo volevano inserire i dettagli delle perdite (peraltro, già rese note dalla Figc: dai 313 milioni in caso di ripresa a porte chiuse agli oltre 700 milioni per lo stop definitivo) De Laurentiis ha urlato la sua indignazione. «Che senso può esserci a certificare queste perdite? Perché dobbiamo far sapere i fatti nostri? Perché sponsor, tifosi e fornitori devono conoscere questi dati?». Una sfuriata con il numero uno del Napoli che ha minacciato di non firmare il documento e di non prendere più parte alle assemblee di Lega. Un po' tutti hanno iniziato a dare ragione al patron azzurro. E le cifre del crac del sistema calcio sono sparite dal documento finale della Lega. Il Napoli ora procederà alla comunicazione dei tagli: si inizierà con le prime due mensilità, quelle minime. Marzo e aprile.
Il Napoli ha un monte ingaggi di poco superiore ai 100 milioni (102 milioni di euro, per l'esattezza). Dunque, ogni mese in stipendi De Laurentiis paga alla sua rosa 8,5 milioni di euro. La decurtazione minima sarà per un totale di 17 milioni, quindi (il totale delle due mensilità). Quella peggiore, perché la serie A non riprende, 34 milioni. Dunque, in caso di stop Koulibaly si vedrebbe ridurre l'ingaggio di 2 milioni, Insigne di 1,150 milioni, Manolas e Lozano di 1,125 milioni e Mertens di 1 milione. E così via. Meglio trovare una intesa, un accordo sul buon senso. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino