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Non bisogna andare troppo indietro nel tempo con la memoria per ricordare le parole di Roberto Mancini. «Quando faccio la lista dei convocati metto Pafundi e poi tutti gli altri». Non male come investitura per un ragazzo nato a marzo 2006, ovvero appena qualche mese prima che l'Italia vincesse il suo ultimo Mondiale, quello in Germania. Pafundi - talentino dell'Udinese - è nato e cresciuto a Monfalcone, in Friuli, ma da una famiglia napoletana emigrata al nord.
Papà Salvatore non ha mai dimenticato le proprie origini e la sua squadra del cuore è ancora quella che indossa la maglia azzurra. A proposito di assonanze cromatiche, l'azzurro della Nazionale è entrato presto in casa Pafundi, perché Simone non ha impiegato troppo a stregare tutti. Merito di piedi deliziosi e una mentalità vincente. È un po' la mascotte del gruppo di Nunziata, lui nato nel 2006 e già protagonista in una squadra fatta di ragazzi di almeno un paio d'anni in più. Ma Simone non ha paura, così come non si monta la testa. È partito per l'Argentina con la consapevolezza di non essere un titolarissimo, motivo per il quale la sua famiglia è rimasta a casa senza seguirlo in questa indimenticabile avventura.
Quella arrivata da parte di Mancini è stata una investitura importante, perché ha puntato i riflettori su un ragazzo che fino a quel momento era noto solo nel mondo degli scout a livello giovanile. Per il ct della Nazionale, però, Pafundi ha qualità e caratteristiche tali da renderlo già pronto per il grande salto. Non a caso lo seguono in molti. Il Napoli ha messo gli occhi sul ragazzo già da tempo, quando Giuntoli e il suo staff hanno iniziato ad attenzionarlo. Nessun contatto ufficiale, solo un interesse che al momento è rimasto tale. Anche perché quella dell'Udinese è una bottega particolarmente cara alla quale anche solo accostarsi è molto costoso. Nell'ultima stagione Sottil lo ha utilizzato con il contagocce: appena 8 presenze.
Ma quello allestito da Nunziata è un gruppo all'insegna del talento. A portare la bandiera è Cesare Casadei, capocannoniere dell'Italia e del torneo con 7 reti. Ha segnato anche in semifinale, confermandosi leader tecnico e realizzativo. Con lui hanno già brillato Francesco Pio Esposito (fratello di Salvatore, centrocampista dello Spezia e Sebastiano, attaccante del Bari) e Giuseppe Ambrosino, entrambi «figli di Napoli». L'attaccante del Napoli è reduce da una stagione di alti e bassi con i prestiti in B con Como e Cittadella, mentre il baby bomber della Primavera dell'Inter è stato protagonista nel campionato giovanile dei pari età. Tra i napoletani in Argentina anche Alessandro Fontanarosa (difensore dell'Inter).
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