Jannik Sinner, star predestinata

Jannik Sinner, star predestinata
«Sì che sono umano». Ma intanto oggi sapremo se Jannik Sinner oltre a essere umano è duro come il cemento che tante gioie gli sta dando. Tra la grande...

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«Sì che sono umano». Ma intanto oggi sapremo se Jannik Sinner oltre a essere umano è duro come il cemento che tante gioie gli sta dando. Tra la grande speranza del tennis italiano, 20 anni non ancora compiuti, e la prima finale di un Atp Mille c'è Roberto Bautista Agut. Numero 12 al mondo ma già preso a pallettate dall'azzurrino quindici giorni fa a Dubai, sempre sul cemento. Ma lo spagnolo a sua volta nei quarti ha fatto fuori il russo Daniil Medvedev, numero uno del torneo e grande favorito in Florida. Insomma un avversario da prendere con le classiche molle.


LA SOLIDITÀ MENTALE
Tra i pregi di Sinner c'è la solidità mentale, che fa il paio con quella dei suoi colpi, vere bordate. Aveva distrutto mercoledì il kazako Bublik in due set. Che dopo il 7-6 6-4 ha esclamato verso il vincitore. «Non sei umano». Di qui la risposta di un divertito Jannik.


L'appuntamento è per stasera, alle 19 ore italiane. Sinner ci arriva favorito di un soffio. Non fosse altro perché ha giocato un match meno stancante rispetto al 32enne spagnolo. Che prima della sfida lo consacra. «Sinner sta giocando un tennis solido, ha ottimi colpi, è freddo. Sarà uno dei giocatori più forti del mondo». Intanto l'italiano con la vittoria contro Bublik passa virtualmente dal 31esimo al 24esimo posto della classifica mondiale. Insomma una sfida che vale, come ammette lo stesso Jannik. «Bautista Agut è un grande giocatore, conosce benissimo la partita. Ci ho giocato due settimane fa (la famosa partita di Dubai vinta da Sinner in tre set ndr), ma sarà sicuramente un match molto diverso. Vedremo quello che succederà». Sinner si gode il momento ma neanche più di tanto. Piedi ben saldi per terra e parole pesanti come il suo rovescio: «Festeggiamenti per aver raggiunto la semifinale? No, nessun festeggiamento, il torneo non è finito. C'è un'altra partita molto dura davanti».


Il giovane azzurro (19 anni e 7 mesi) raccoglie le prime soddisfazioni, in attesa delle altre in una carriera da predestinano che gli sembra spalancata: il sogno, insieme alla scalata del ranking mondiale, è il primo Slam. Come Rafa Nadal nel 2005 (a 19 anni e 9 mesi) e Roger Federer nel 2002. Un traguardo che potrebbe centrare ora. Ne è sicuro Corrado Barazzutti «Jannik sta confermando il suo processo di crescita da tutti o quasi pronosticato. È un fenomeno, unisce colpi strepitosi a un equilibrio mentale davvero invidiabile. Può vincere questa settimana a Miami e con un pizzico di fortuna anche un torneo dello Slam già nel 2021. È pronto».


Sinner con la vittoria di mercoledì ha centrato la sua prima semifinale in carriera in un Masters 1000. Anche qui un appuntamento che sembra avere una tradizione di successo per i giovani predestinati. Inoltre è il secondo italiano di sempre arrivato tra i migliori quattro a Miami dopo Fabio Fognini, semifinalista nel 2017.


I GIOVANI FENOMENI


Generazione di fenomeni, quella italiana. Che finalmente, dopo anni, può guardare al futuro sotto rete con fiducia. Sinner, ma anche Berrettini, Sonego, e Musetti. «Già da quest'anno ma ancor più nei prossimi avremo una squadra di Coppa Davis fortissima. Mi dispiace veramente molto di non essere più il capitano. Resterò il primo tifoso», dice Barazzutti sostituito da Filippo Volandri alla guida della squadra azzurra. «Abbiamo un gruppo veramente forte con Sinner, Berrettini, Musetti, Sonego, tutti forti e tutti giovani. Senza dimenticare Fabio Fognini, una squadra che ha pochi eguali al mondo, soprattutto in prospettiva». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino