Pietro Puzone, classe 63, era nel primo Napoli di Maradona e col Pibe de Oro vinse uno scudetto e una Coppa Italia, pur collezionando pochissime presenze in prima squadra, nemmeno...
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Una decadenza, documentata anche da un video pubblicato su Facebook, che forse ha origine nella scomparsa di Pasquale D’Angelo, uno storico tifoso della Curva B deceduto nel 2015 a causa di un malore che lo colpì sul campo della Dinamo Mosca, dove aveva seguito il Napoli in una trasferta di Europa League: «Lui e Pietro erano molto amici e insieme avevano realizzato diverse trasmissioni televisive sul Napoli – ha affermato Raffaele Auriemma, giornalista sportivo chiamato in causa da Simioli –. Non vedo Puzone da molto tempo, ma so che per lui Pasquale era un punto di riferimento molto importante e credo che il suo declino sia iniziato da quella perdita».
Poi il sindaco di Acerra, intervenendo anche lui in trasmissione in collegamento telefonico, ha respinto le accuse d’immobilismo e indifferenza: «Ce ne siamo occupati già a maggio, in piena emergenza Covid – spiega Raffaele Lettieri –. Io stesso notai l’ex calciatore su una panchina, mentre passavo con l’auto, e lo feci avvicinare dal mio autista. Era insieme ad altre due persone, che erano nelle sue stesse condizioni, e solo una di loro ha accettato di essere aiutata». Il primo cittadino, pur non potendo rivelare tutti i particolari della vicenda per non violare la privacy del personaggio, ha proseguito il suo racconto: «Invece con Pietro siamo riusciti un paio di volte a fargli fare una doccia e a fargli indossare vestiti puliti per consentirgli di recarsi al Sert in condizioni decenti, ma purtroppo il colloquio con i dottori non è andato bene». E ha concluso: «Credo che per aiutarlo sarebbe utile che personaggi che hanno vissuto con lui l’epoca del Napoli di Maradona lo agganciassero e facessero da stimolo per fargli capire che lui è ancora qualcuno e che deve farsi aiutare».
E poco dopo è intervenuto in trasmissione anche un amico della famiglia Puzone per dare un annuncio importante: «Pietro è vivo e non è vero che è morto ieri, come c’è scritto su Wikipedia (informazione subito corretta dagli autori dell’enciclopedia on line, ndr) – ha detto Vincenzo –. Anzi, proprio ieri l’abbiamo accompagnato in comunità, dove inizierà la cura per uscire dal tunnel in cui è finito. E non è vero che è stato abbandonato, ma io, insieme ad altri cittadini acerrani e alla famiglia ci stiamo occupando di lui, ora che ha deciso di tornare a essere la bella persona che è». E ha concluso con un appello: «Sarebbe una bella cosa se i suoi vecchi amici calciatori lo andassero a trovare in ricordo dei bei tempi. Lui ne sarebbe davvero felice». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino