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Spalletti va verso lo stop per un anno. Non vuole un'altra panchina, chiederà la risoluzione del contratto al Napoli che, a queste condizione, lo lascerà andare via e non gli imporrà il rispetto del contratto fino al 2024. Non una cosa scontata, sia chiaro. Ma il Napoli lo libererà gratis. Senza cappi di natura economica. O meglio, il club azzurro fisserà una clausola (di qualche milione di euro) nel caso in cui, durante la prossima stagione, cambiasse idea e volesse tornare su una panchina. Il presidente è rimasto stupito dal colpo di scena del tecnico toscano, sperava in un dietrofront, ma dopo le perentorie parole di domenica sera dopo la gara con l'Inter - in risposta ai suoi tentativi di fargli cambiare idea, ai suoi inviti a un nuovo incontro - ha capito che non c'è nulla da fare.
Il divorzio va firmato ma Spalletti troverà grande disponibilità dal parte del club che ha portato allo scudetto dopo 33 anni: se l'addio non è legato alla sua voglia di Premier (perché non credere a quello che dice l'allenatore di Certaldo) avrà il via libera e potrà andarsene. A questo punto il patron chiederà in ogni caso a Spalletti di guidare la squadra anche nella tournée in Corea del Sud, ultimo atto della sua avventura in azzurro. Un viaggio che non fa fare salti di gioia tra gli azzurri ma che comunque resta in programma dal 5 giugno.
Di base, De Laurentiis e il suo ad Chiavelli, vorrebbero affidare il Napoli a un tecnico che continui nel progetto tecnico del 4-3-3. Dunque, ecco che Antonio Conte sfugge via, nonostante la stima infinita che De Laurentiis nutre per l'ex ct. Sergio Conceição, Italiano e Thiago Motta (che affronterà il Napoli domenica con il suo Bologna) sembrano rispondere all'identikit: peraltro, con ingaggio non superiore ai 2 milioni all'anno e la capacità di sposarsi in fretta al progetto tecnico che comunque resta solido. Serve, infatti, un allenatore che non abbia voglia di fare rivoluzioni. Perché non ce ne sta bisogno. Insomma, serve qualcuno che non abbia la presunzione di prendere il lavoro di Spalletti e buttarlo via. Per questo De Laurentiis riflette ancora. Ma di colpo deciderà. Gli basta un lampo. Per (ri)chiamare Benitez («io sono sempre pronto, con me il Napoli è cresciuto», dice Rafone) oppure puntare su Gasperini o Luis Enrique. Perché no? Le tentazioni di qualcuno del suo (ristretto) cerchio magico. Che, però, il patron adora ascoltare. Nonostante le perplessità.
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