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Nono allenatore dell'era De Laurentiis, una serie cominciata con Ventura, che - guarda caso - è stato uno dei maestri di Spalletti. Luciano ha lasciato Certaldo dopo due anni di inattività nel calcio e di attività in campagna per abbracciare il progetto Napoli, proposto da De Laurentiis nello scorso gennaio, quando - ha spiegato recentemente il presidente - vi erano dubbi sulle condizioni di salute di Gattuso, poi ripresosi bene come i suoi giocatori, anche se nell'ultima partita di campionato, quando tutto sembrava sistemato, fallì la vittoria sul Verona e la qualificazione Champions.
Spalletti è toscano come due allenatori che hanno lasciato il segno a Napoli: Mazzarri e Sarri.
Luciano ha una importante storia professionale, non deve inseguire paragoni né cercare consensi. Se è rimasto fermo due anni, è stata una sua scelta. Ha aspettato un'altra grande piazza italiana, dopo aver guidato la Roma e l'Inter, perché la voglia di riscatto del Napoli è la sua stessa voglia. I tecnici toscani dell'era De Laurentiis sono stati fortunati in questa città: hanno lottato per lo scudetto e sono entrati nel cuore dei tifosi, prima di distacchi traumatici, soprattutto per le reazioni del presidente, arrivato ad esempio ad accusare Sarri di tradimento. Ma Napoli ha ancora un posto nel cuore di Sarri e Mazzarri ha recentemente confidato che andar via nell'estate 2013 per accettare la proposta dell'Inter fu un errore. Spalletti prova a conquistarla.
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