Stadi chiusi, il diggì della Turris è scettico: «Prima la salute, ma che contraddizioni»

Stadi chiusi, il diggì della Turris è scettico: «Prima la salute, ma che contraddizioni»
Prima l’istanza del presidente Colantonio, poi il riscontro – raccolto in occasione del convegno di ieri mattina a Torre del Greco – del ministro Spadafora,...

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Prima l’istanza del presidente Colantonio, poi il riscontro – raccolto in occasione del convegno di ieri mattina a Torre del Greco – del ministro Spadafora, adesso l’intervento del direttore generale Rosario Primicile. La Turris – allineandosi totalmente alla posizione, tra gli altri, del presidente della Lega Pro Francesco Ghirelli – sostiene con energia il fronte che caldeggia una (seppur parziale e graduale) riapertura degli stadi.

 
«Accolgo sempre con maggiore scetticismo le risposte parziali e le chiusure, talvolta drastiche, che ci arrivano dal Comitato Tecnico Scientifico e dal governo centrale a proposito di ripresa del calcio alla presenza dei tifosi, che poi ne sono l’essenza. Il Comitato resta ancora rigido sulle sue posizioni; il ministro dello sport ora ci dice che gli stadi potranno, presumibilmente, riaprire dal mese di ottobre in modo graduale: nel frattempo, però, non posso non notare anomalie e contraddizioni all’italiana, pur con la doverosa premessa che nessuno di noi, alla Turris, spinge per fughe in avanti o forzature che possano mettere a rischio la salute pubblica o quella degli atleti stessi».
 
L’elenco delle contraddizioni è corposo. «Spiegatemi – incalza Primicile – perché ci si accanisce solo contro lo sport, e per di più il calcio professionistico. Conviviamo col paradosso delle mille presenze consentite per eventi sportivi dilettantistici, senza un riferimento alla capienza di impianti spesso angusti, e invece in serie A, B e C non possiamo ospitare ancora il pubblico in stadi all’avanguardia. Consentiamo poi concerti, comizi elettorali, con annessi assembramenti come purtroppo visto di recente anche a Torre del Greco; abbiamo visto elargire bonus vacanze, riaprire locali e parchi acquatici, seppur con limitazioni, facendo giustamente ripartire il settore turistico. Gli stadi, invece, restano ancora un tabù. Vorrei, per una volta, risposte coerenti e credibili. Il gusto della stessa compilazione dei calendari di serie C, in un girone per noi estremamente affascinante, ci è stato notevolmente smorzato dalla penalizzazione che già scontiamo ancor prima di cominciare».
 

Nel frattempo, nonostante l’attuale misura delle porte chiuse, la città la sua risposta l’ha data attraverso la campagna abbonamenti: al momento sono state infatti sottoscritte 350 tessere (con ragionevole previsione di arrivare a 400), spalmate tra i settori tribuna e curva Vesuvio.  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino