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Non hanno intenzione di cospargersi il capo di cenere. Lo facciano gli altri, semmai. Quelli che li hanno lasciati da soli. Ma loro, Juventus, Barcellona e Real Madrid, continueranno a dannarsi contro tutti e a battersi anche e «soprattutto nell'interesse dei club che ci manifestano paura per questa situazione». Lo ha detto ieri Andrea Agnelli che ha deciso che tocca a lui immolarsi nel ruolo di vittima assai improbabile del mondo del calcio. A pochi giorni dalla prima decisione dell'organismo (indipendente) dell'Uefa sulla esclusione dalla prossima Champions League, il numero uno della Juventus torna a difendere a spada tratta il progetto di quella Superlega con sede a Madrid in forma di sociedad anonima che ha deciso di ribaltare il tavolo del calcio europeo. «Non è stato un tentativo di un colpo di stato, semmai un grido d'allarme disperato di un sistema che s'indirizza verso l'insolvenza», ha spiegato ieri nel corso della conferenza di addio del ds Paratici.
Il Napoli attende. E con il club azzurro, Betis e Real Sociedad.
Pierfilippo Capello è uno dei massimi esperti di diritto sportivo del nostro Paese. Osserva: «Difficile poter prevedere le sanzioni perché nel regolamento Uefa non c'è traccia di situazioni simili. I giudici che decideranno lo faranno senza avere precedenti, in totale libertà». E avverte il Napoli: «Oggi non può far nulla se non aspettare. Dovesse essere ripescato, da quel momento, ha diritto a partecipare come soggetto interessato al ricorso in appello e poi a quello al Tas. Però dipende cosa deciderà la commissione: perché potrebbe, per esempio, ridurre a tre il numero delle partecipanti della serie A. Ripeto: ci muoviamo nell'ambito di scenari inediti». L'avvocato Capello spiega: «La Superlega nasce da un malessere profondo. La Champions si chiama League ma in realtà è un torneo non è certo una Lega dove i club e la Uefa condividono assieme le decisioni. Ed è chiaro che c'è la necessità di voler contare di più. La Superlega non è la soluzione migliore ma il modello attuale non è comunque più sostenibile».
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