Superlega, Agnelli non si arrende:
«No colpo di Stato ma allarme»

Superlega, Agnelli non si arrende: «No colpo di Stato ma allarme»
di Pino Taormina
Sabato 5 Giugno 2021, 08:08
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Non hanno intenzione di cospargersi il capo di cenere. Lo facciano gli altri, semmai. Quelli che li hanno lasciati da soli. Ma loro, Juventus, Barcellona e Real Madrid, continueranno a dannarsi contro tutti e a battersi anche e «soprattutto nell'interesse dei club che ci manifestano paura per questa situazione». Lo ha detto ieri Andrea Agnelli che ha deciso che tocca a lui immolarsi nel ruolo di vittima assai improbabile del mondo del calcio. A pochi giorni dalla prima decisione dell'organismo (indipendente) dell'Uefa sulla esclusione dalla prossima Champions League, il numero uno della Juventus torna a difendere a spada tratta il progetto di quella Superlega con sede a Madrid in forma di sociedad anonima che ha deciso di ribaltare il tavolo del calcio europeo. «Non è stato un tentativo di un colpo di stato, semmai un grido d'allarme disperato di un sistema che s'indirizza verso l'insolvenza», ha spiegato ieri nel corso della conferenza di addio del ds Paratici. 

Il Napoli attende. E con il club azzurro, Betis e Real Sociedad. Sarà pure una Champions con meno appeal, ma negli anni 80 la Coppa dei Campioni è sopravvissuta per cinque anni senza le big inglesi. Ceferin continua a non avere segnali distensivi da parte dei tre club ribelli, la Uefa non ha dubbi e spinge per l'esclusione (persino a tempo indeterminato) della Juventus. Agnelli ha capito che il rischio è assai concreto. E attacca: «La risposta dell'Uefa è stata di totale chiusura, con dichiarazioni arroganti che hanno esercitato indebite pressioni su alcuni e con richieste di esclusioni per i tre club che non si sono voluti piegare. Peraltro in totale spregio del tribunale di Madrid.

Le basi legali dei ricorsi sono fondate. Gli altri sport ci indicano la via, come il basket». Motivo ulteriore perché nella prossima Champions rischiano seriamente di essere spettatori. La decisione, prima dell'Europeo. Almeno così vorrebbe Ceferin. 

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Pierfilippo Capello è uno dei massimi esperti di diritto sportivo del nostro Paese. Osserva: «Difficile poter prevedere le sanzioni perché nel regolamento Uefa non c'è traccia di situazioni simili. I giudici che decideranno lo faranno senza avere precedenti, in totale libertà». E avverte il Napoli: «Oggi non può far nulla se non aspettare. Dovesse essere ripescato, da quel momento, ha diritto a partecipare come soggetto interessato al ricorso in appello e poi a quello al Tas. Però dipende cosa deciderà la commissione: perché potrebbe, per esempio, ridurre a tre il numero delle partecipanti della serie A. Ripeto: ci muoviamo nell'ambito di scenari inediti». L'avvocato Capello spiega: «La Superlega nasce da un malessere profondo. La Champions si chiama League ma in realtà è un torneo non è certo una Lega dove i club e la Uefa condividono assieme le decisioni. Ed è chiaro che c'è la necessità di voler contare di più. La Superlega non è la soluzione migliore ma il modello attuale non è comunque più sostenibile». 

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