Sveglia con cornetto e cappuccino offerto, tanti messaggi di ringraziamento, sorrisi ammiccanti e pacche sulle spalle. Essere napoletano oggi a Lecce è una gioia. Aver...
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Lecce vive della sua storia. Il tifo più radicato in città che non in provincia dove si seguono le locali squadre nei dilettanti e le solite del nord Italia, Milan, Juve, Roma. Ma a Napoli l'accomuna l'identità borbonica. «Effettivamente - continua Petrillo - ci sono diverse bandiere borboniche che riconoscono in Napoli la capitale del mezzogiorno. Il Napoli è molto amato ed anche noi abbiamo dei leccesi doc nel nostro club. Quando c'è la sfida Napoli-Lecce è come dire a chi vuoi più bene: a mamma o a papà?»
«A Lecce non esistono altri club di squadre di serie A, ad eccezione di quelle della squadra giallorossa e noi abbiamo crerato un unicum. Siamo tutti professionisti: medici, avvocati, appartenenti alle forze dell'ordine. La cosa bella è che tra di noi ci sono anche tanti bambini. Prima i figli di napoletani a Lecce tifavano Juve o Inter. Ora c'è l'orgoglio di tifare Napoli anche a scuola con gli amichetti».
Ora, in segno di riconoscimento «voglio portare una sciarpa del Napoli al club Lecce - continua - così per sottolineare che tre squadre meridionali in serie A sarà un grande risultato». Ma prima di andare al club, c'è il 118 di Gallipoli da onorare «con la donazione di 550 mascherine Ffp2 frutto di un impegno del club e non solo» Leggi l'articolo completo su
Il Mattino