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Dopo lo Stadium, il Milan conquista anche il Grande Torino: per i rossoneri è una passeggiata, il finale di 0-7 lo dimostra. I granata hanno già la testa allo scontro salvezza di sabato contro lo Spezia, così subiscono l'umiliazione totale da Kessie e compagni.
E adesso, conti alla mano, mancano solo tre punti per la conquista della Champions: tra il Cagliari e l'Atalanta, così i rossoneri avranno a disposizione due match point per tenere dietro la Juve.
A riposo anche Verdi, Rincon, Ansaldi e Vojvoda, in difesa mancano Izzo e Nkoulou e ci sono Lyanco e Buongiorno insieme a Bremer. Il tecnico dà anche una chance a Linetty e Rodriguez, pedine che durante la sua gestione hanno trovato pochissimo spazio. I rossoneri hanno un piglio diverso, la testa dei granata è già in Liguria, così in meno di mezz'ora il Milan è avanti già per 2-0. Hernandez trova il jolly da fuori area al 18', Kessie riscatta il rigore sbagliato contro la Juve: Lyanco frana su Castillejo, l'ivoriano spiazza Sirigu. Tra i due gol c'è spazio anche per un palo dell'esterno spagnolo. Il tris di Calabria è annullato per fuorigioco millimetrico, l'unica occasione per gli uomini di Nicola è un regalo di Calhanoglu al 38': il turco sbaglia in impostazione e serve Zaza, l'attaccante invece di calciare passa a Bremer e Donnarumma para.
Pioli lascia negli spogliatoi Bennacer, ammonito, e comincia la ripresa con Meite, la sua squadra torna in campo con la voglia di chiuderla e dopo soli quattro minuti Diaz bissa il gol dello Stadium. Nicola rivoluziona il centrocampo al 56' con Rincon, Verdi e Ansaldi, è praticamente l'inizio della fine. In 17 minuti il Milan ne fa altri quattro con Diaz, Hernandez e la tripletta di Rebic. Con dieci gol sotto la Mole nel giro di quattro giorni, Pioli si avvicina sensibilmente all'obiettivo Champions, distante solo tre punti, mentre Nicola dovrà lavorare sulla testa dei giocatori al Filadelfia: resettare tutto e presentarsi a La Spezia con un tracollo nel genere non sarà così semplice, ma il Toro deve per forza per vincere per non rischiare di sprofondare.
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