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Tra quel Napoli che era primo in solitudine la notte del 26 febbraio del 2018 (il 5-0 a Cagliari) e questo ci sono pochi punti in comune nello staff tecnico: quello era il Napoli di Sarri, questo è il Napoli di Spalletti. Con due pedine che però c'erano allora e ci sono anche adesso: Francesco Sinatti e Francesco Calzona. I due sono stati richiamati da De Laurentiis e Spalletti per dare un tocco di quell'esperienza magica. Ruoli diversi ma non è un caso che questa squadra è tornata a volare, non è un caso che abbia la lucidità nei minuti finali di trovare gli spunti giusti e che in difesa subisca tiri col contagocce. Le rimonte, quell'avere più benzina nella gambe nei momenti in chi si decidono le cose. C'è tanto lavoro che parte da questa estate e che segna la differenza con il Napoli di Gattuso: un lavoro atletico fatto dal preparatore Sinatti, che ha riportato il vecchio e caro lavoro a secco, incentrato sul recupero delle energie e delle forze tra una partita e un'altra, in questo ritmo forsennato che è il calcio moderno. Ma non solo: metodi semplici e innovativi e questa squadra vola proprio come quella di Sarri. Con la marcia in più di Sinatti. Non a caso, i cambi ieri sono arrivati praticamente alla fine. Poi c'è il lavoro nella testa, di Spalletti. «Il Napoli è una squadra forte che qualche volta si dimentica di esserlo». Ed è qui che ha martellato in questi due mesi e mezzo di Napoli. E si vede.
Spalletti non ha segreti.
Il rientro già nella notte. Con un charter. Perché le gare una a ridosso dell'altro costringono il Napoli a piani di volo complicati, recuperi difficili e lavoro extra per il preparatore atletico Francesco Sinatti. Oggi già in campo, sia pure semplice lavoro di scarico. Giusto per recuperare le tossine a Castel Volturno. Poca roba. Non c'è tempo per riflessioni, perché è già vigilia del turno infrasettimanale: giovedì c'è il vecchio e caro amico Quagliarella sulla strada del Napoli e di Spalletti. Non ci sono pause, è un muro di impegni da qui al 3 ottobre, tutto d'un fiato. Con un bel po' anche di facce care: c'è Quagliarella tra due giorni e domenica il ritorno a Fuorigrotta di Walter Mazzarri con il Cagliari che ha preso la settimana scorsa e che ha già dato un bel dispiacere a Maurizio Sarri. Apnea vera, perché si gioca praticamente una volta ogni tre giorni e mezzo: un massacro. Dal punto di vista atletico, psicologico e anche della vita privata. Certo, Spalletti dovrà iniziare anche a pensare a un turnover più costante.
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