Ventura: «​Vogliamo lasciare una Nazionale competitiva»

Ventura: « Vogliamo lasciare una Nazionale competitiva»
«Vogliamo lasciare una nazionale competitiva, e possibilmente competitiva negli anni. Stiamo facendo uno sforzo per lasciare un'eredità, per lasciare qualcosa che...

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«Vogliamo lasciare una nazionale competitiva, e possibilmente competitiva negli anni. Stiamo facendo uno sforzo per lasciare un'eredità, per lasciare qualcosa che prima non c'era, perché quando sono arrivato c'era un gruppo un po' avanti con l'età. Ma per riuscirci serve un coinvolgimento generale, un continuo scambio di rapporti e di conoscenze». Lo ha dichiarato il ct dell'Italia, Gian Piero Ventura, durante il suo intervento nel corso del seminario sul rapporto tra giornalismo sportivo e la Nazionale promosso a Roma dall'Ordine dei Giornalisti. «Senza il risultato sportivo non si va da nessuna parte, lo so bene che è prioritario, conoscono e accetto le regole del gioco, so di essere legato al risultato del campo, ma vorrei poter parlare anche di altro perché attraverso l'altro si raggiungono i risultati sportivi - aggiunge Ventura -. Va capito cosa cerchiamo di fare, cosa stiamo cercando di portare avanti. Il progetto è cominciato 12-13 mesi fa, e ne saremmo tutti orgogliosi se riuscissimo a portarlo a termine». Il ct poi si sofferma sulla recente attualità: «Se attraversassimo un momento felice, di grandissima qualità individuale, avremmo meno problemi e invece stiamo attraversando un momento particolare - ammette -. Abbiamo perso con la Spagna, e mi dispiace, ha perso anche l'Under 21, la Juventus e la Roma ha sofferto tantissimo. Dobbiamo lavorare, non possiamo paragonarci a loro, il gap va colmato attraverso le conoscenze». Un lavoro non facile per Ventura che ricorda i tempi stretti con cui deve fare i conti in Azzurro: «Ogni giocatore ha la propria password, e se la trovi si dona completamente. Ma in Nazionale con poco tempo è davvero difficile, devo avere pazienza e provare a trovarla nel minor tempo possibile per fargli colmare il gap con giocatori più forti e di qualità».
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Il Mattino