Osimhen fa impazzire i social: «Verona colpito e affondato»

Osimhen fa impazzire i social: «Verona colpito e affondato»
«Verona? Colpito e affondato, ma sul rettangolo di gioco», commentano i napoletani sul web. E infatti il Napoli al razzismo, anche nelle sue forme più meschine,...

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«Verona? Colpito e affondato, ma sul rettangolo di gioco», commentano i napoletani sul web. E infatti il Napoli al razzismo, anche nelle sue forme più meschine, risponde segnando: sembra ormai quasi una certezza che le manifestazioni contro i napoletani  - come quello striscione con le coordinate per Putin davanti allo stadio Bentegodi per incitare a bombardare Napoli -, ma anche quei vergognosi «buu» contro Osimhen e Koulibaly uniscano la squadra dandogli quella carica in grado di fare la differenza in campo.

Come nota qualcuno «Napoli è il bersaglio preferito dell’imbecille ottusità delle peggiori curve d’Italia. Forse perché invidiano la bellezza della nostra città e una squadra che da anni ormai è in vetta alla classifica, per molto tempo è stata l’unica possibile rivale della Juve campione d’Italia e oggi è lì, scalzando molte tristi squadre del Nord». Nessuna giustificazione per quei cosiddetti tifosi - che in realtà hanno poco a che fare col calcio - che mostrano la loro pochezza in vista di un incontro sportivo, ma l’orgoglio di una squadra che risponde nel modo migliore, ossia giocando con sportività. 

«Una prestazione da grande squadra», esultano i tifosi. Perché stavolta gli azzurri hanno ritrovato la concretezza, ma anche la lucidità di gestire una gara non semplice impedendo agli avversari di metterli in difficoltà. Quasi mai pericolosi i padroni di casa, se non per quell’unica occasione di Faraoni verso il finale, prima di rimanere in dieci per l’espulsione di Ceccherini. Attento il centrocampo azzurro, in grado di spegnere le fonti di gioco di Tudor e di fare efficacemente da filtro per una fase difensiva quasi perfetta. «La batosta col Milan è servita forse a qualcosa»; «Finalmente fuori Zielinski, doveva schierare prima Anguissa, Lobotka e Fabian», commentano compiaciuti i fantallenatori. E pare quasi che Spalletti abbia ascoltato le voci che si alzavano dalle piazze virtuali lasciando fuori anche il capitano, da un po’ di giornate non brillante in campo. «Basta con i senatori, deve giocare chi merita», pungono ancora i calciofili del web.

Tutto bene dopo i primi minuti per il Napoli, da quando Anguissa ha ripreso il ritmo. Ma soprattutto un grande Osimhen in grado di portare i suoi in vantaggio e di raddoppiare: l’eroe mascherato ha picchiato prima di testa, poi di piedi segnando una doppietta che ha regalato grandi emozioni. «Che giocatore!»; «Ce l’abbiamo noi il centravanti più forte della Serie A», si legge sul web. E davanti ai «buu» razzisti l’attaccante africano colpisce, e colpisce forte. 

«Carattere a giorni alterni», scherza qualcuno. Ma forse anche il senso di responsabilità inculcato da Spalletti in una gara che lo stesso mister ha definito cruciale. E mentre il Toro ferma l’Inter con un pareggio per molti rubato dai nerazzurri e l’incredibile blackout in sala Var che evidentemente non ha permesso di vedere il netto e chiaro rigore non concesso dall’arbitro ai granata, il Napoli resta a tre punti dal Milan e la piazza può continuare a crederci e a sognare. Anche se qualche dubbio viene: «Hanno tentato in modo clamoroso di aiutare l’Inter, mi sa che è la nuova Juventus», sottolinea qualche malpensante.

Ma l’ambiente azzurro è unito, come mostra la foto a fine gara, quella scattata da Osimhen ai tifosi in stile K2: proprio il difensore senegalese, habitué di scatti a fine gara dopo le belle vittorie in campionato, ha passato la fotocamera a Victor pronto a immortalare l’affetto del suo pubblico accorso al Bentegodi per sostenere la squadra: la bellezza del calcio. E allora «Cheese», napoletani, perché quelle coordinate mostrate sullo striscione fuori lo stadio del Verona portano in realtà a sorrisi, sportività, amore, lotta leale e sano antagonismo. Non all’odio che dovrebbe restare ben lontano dagli stadi. Il calcio è altro. E i tifosi, quelli veri, lo sanno.

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Il Mattino