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Raramente capitano occasioni così. Giocarsi una stagione contro la squadra che dall'anno prossimo potrebbe offrirti la panchina. Eppure questo è il destino di Vincenzo Italiano che almeno fino al termine di questo campionato siederà sulla panchina dello Spezia e avrà il compito di portare a casa la salvezza da neopromossa. Nuova alla categoria lo Spezia, nuovo alla categoria Italiano che in quattro anni potrebbe mettere insieme tre promozioni con tre squadre diverse e una salvezza con una novizia della seria A. Non male come score, motivo per il quale gli occhi di Aurelio De Laurentiis si sono posati su di lui.
Lo Spezia ha già fatto un brutto scherzo al Napoli, lo scorso 6 gennaio, venendo a vincere al Maradona nonostante l'inferiorità numerica. Oggi, però, Vincenzo Italia non pensa al passato e nemmeno al futuro. Testa al presente. «Sarà una partita difficile perché il Napoli sta giocando un grande calcio, tutti i giocatori sono ispirati e si divertono.
L'Italiano di oggi, però, è esattamente lo stesso che due anni fa era approdato a Trapani in serie C, con una squadra totalmente nel caos ma non per questo incapace di conquistare la promozione a sorpresa in serie B. Il direttore di quella squadra era Raffaele Rubino che infatti di Italiano ha un ricordo chiarissimo. «Sono arrivato a Trapani due giorni dopo di lui e me lo sono trovato lì alla guida di una squadra totalmente allo sbando. Non sapeva cosa fare: se restare o andare via. Gli ho detto allena qualche giorno e poi avrei scelto. Mi sono bastati 4 giorni: mi ha convinto subito. È un allenatore determinato e con una capacità comunicativa fuori dal comune. La sua unica idea è attaccare per cercare costantemente il risultato. Quando è arrivato a Trapani non conosceva i giocatori e gli ho costruito una squadra partendo dall'idea del suo calcio. Lo scorso anno in B a La Spezia ha rischiato l'esonero, ma ha mantenuto la calma e ha vinto il campionato. Mi auguro possa approdare sulla panchina di una big come il Napoli: Vincenzo ha fatto un percorso e oggi ha idee chiare sul suo calcio. Una cosa è certa: chi lo prende deve assecondare il suo modo di far calcio. Poi ad ambientarsi ci metterebbe un secondo».
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