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Uomo del profondo Nord, quando arrivò a Napoli rimase colpito dall'effervescenza della città, dai suoi colori e dalla sua gente. Giorgio Vitali, grande uomo di calcio scomparso a 83 anni, era stato scelto da Corrado Ferlaino per rifondare la squadra, affidata all'allenatore napoletano Gianni Di Marzio. Insieme provarono a costruire un percorso con i giovani e in effetti centrarono gli obiettivi della qualificazione in Coppa Uefa e della finale di Coppa Italia, persa contro l'Inter.
Nel successivo campionato Di Marzio durò 180 minuti, poi venne sostituito da Luis Vinicio.
Chiusa l'esperienza a Napoli, dove era ricordato dai vecchi tifosi con affetto per i suoi toni pacati e per la sua competenza, Vitali tornò a lavorare al Nord, entrando a metà degli anni '80 nello staff del Milan perché conosceva bene Galliani, il braccio destro di Berlusconi. La passione per il calcio era rimasta intatta, si poteva incontrare Vitali nei tornei giovanili in tutta Europa, proprio come Di Marzio, anch'egli scomparso alcuni mesi fa. In Trentino, dove lo incontrai sette anni fa in occasione del torneo di Arco, mi fece tante domande su Napoli, sui giornalisti della sua epoca, sulla società di De Laurentiis e sull'ambiente. Disse che gli sarebbe piaciuto molto vivere da protagonista uno dei trionfi azzurri che arrivarono nell'era Maradona.
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