Napoli-Zielinski, la rinascita nel giorno della via Crucis con l'Atalanta

Nella ricostruzione di Calzona non c'è stato posto per lui, nonostante un legame vecchio di anni

Zielinski con l'Atalanta
Piotr Zielinski non si è preso alcuna rivincita: non deve dimostrare nulla a nessuno. La scelta di relegarlo ai margini è stato un atto di autoflagellazione da parte...

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Piotr Zielinski non si è preso alcuna rivincita: non deve dimostrare nulla a nessuno. La scelta di relegarlo ai margini è stato un atto di autoflagellazione da parte del club.

Meluso, quel galantuomo che di mestiere fa il direttore sportivo, dice: «Non è vero che non gioca perché va via». Che deve dire? Il punto è che non solo quando gioca gioca bene, ma gioca sicuramente meglio di quello che è stato preso come suo erede. Come oggi con l'Atalanta: non ha fatto chissà quali faville, ma almeno in campo ha provato a illuminare, a inventarsi qualcosa.

Zielinski non ha mai avuto la continuità come suo forte, ma quando è in giornata fa la differenza. Traore, il suo successore (ma il riscatto non è ancora scattato e c'è da pensarci) non è mai riuscito a regalare una gara in cui ha convinto davvero.

Zielinski andrà via a fine stagione, ha scelto l'Inter o meglio il Napoli non ha alzato muri per evitare che se ne andasse. Nella ricostruzione di Calzona non c'è stato posto per lui, nonostante un legame vecchio di anni. Ma Ciccio ha dovuto dire di sì alle linee aziendali, quelle che lo vogliono ai margini, come un reietto. Poi entra in campo con l'Atalanta e gli bastano sei minuti per prendere il palo e far capire a tutti che avrebbe potuto fare la differenza. Finisce la gara nel centrocampo a due, con Lobotka

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Il Mattino