Apple, i primi cinque anni di Cook tra successi e incertezze

Apple, i primi cinque anni di Cook tra successi e incertezze
Tim Cook era dato per sconfitto in partenza: raccogliere l'eredità pesante di Steve Jobs - il genio, il guru, il visionario della Silicon Valley - sembrava una missione...

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Tim Cook era dato per sconfitto in partenza: raccogliere l'eredità pesante di Steve Jobs - il genio, il guru, il visionario della Silicon Valley - sembrava una missione impossibile. Eppure a distanza di cinque anni il manager cresciuto in Alabama, figlio di un operaio e di una casalinga, è ancora al timone di Apple, che è ancora una delle società più ricche e potenti del mondo. Cook è riuscito a guadagnare la fiducia sia dei mercati che dei consumatori, e ora ha davanti la sfida di riuscire a mantenerla. Uomo d'azienda più che di prodotto, ha forse fatto perdere alla Mela l'aura di infallibilità ma le ha donato un volto più umano, un'anima.


Caldeggiato dallo stesso Jobs come suo successore, Cook ha preso le redini di Apple il 24 agosto 2011, sei settimane prima che il leader della società venisse a mancare, il 5 ottobre di quell'anno. Nel primo lustro sotto la sua guida, Apple ha raddoppiato profitti e ricavi, così come il numero di dipendenti e la capitalizzazione di mercato. La casa di Cupertino è diventata l'azienda che vale di più al mondo, solo di recente superata da Alphabet, la holding di Google. Con il manager 55enne, la società si è anche contraddistinta per l'attenzione alle tematiche sociali: dai diritti degli omosessuali (Cook si è dichiarato gay facendo 'coming out' nell'ottobre 2014) alla beneficenza, mai stata nelle corde di Jobs, senza trascurare l'impegno per l'ambiente con gli investimenti milionari nelle energie rinnovabili. Più morbido e conciliante del suo predecessore, Il Ceo è stato inamovibile nella difesa della privacy e della sicurezza degli utenti di fronte alle richieste dell'Fbi, intenzionato a ottenere una «chiave» per entrare nell'iPhone dell'autore della strage di San Bernardino, l'attentato di matrice islamica del dicembre 2015.

Nel corso dell'era Cook sono arrivati l'Apple Pay, che è il sistema per pagare nei negozi con l'iPhone, e il servizio di musica in abbonamento Apple Music, che al momento non sembra aver ottenuto il successo sperato. Sul fronte dei dispositivi ha debuttato l'Apple Watch, che è lo smartwatch più di successo sul mercato ma ha numeri esigui. Per gli analisti di Idc ne sono stati venduti 1,6 milioni di pezzi nel secondo trimestre, in calo del 55% rispetto all'anno precedente.


La partita si gioca però sull'iPhone, fulcro del business di Apple a cui si legano incertezze e sorti della casa di Cupertino. Con Cook il melafonino ha celebrato il miliardesimo pezzo venduto e visto crescere le dimensioni dello schermo. Non altrettanto, però, sono cresciute le vendite. Dopo anni di incrementi esponenziali, negli ultimi trimestri c'è stata una battuta d'arresto che impensierisce Wall Street. Un certo disappunto s'è visto anche nei fan più sfegatati della Mela per alcune scelte estetiche, una su tutte la fotocamera sporgente. La speranza di utenti e mercati è che Apple, in un settore sempre più saturo e competitivo qual è quello degli smartphone, sappia creare un iPhone innovativo. Le voci che circolano sul nuovo melafonino, atteso il mese prossimo, parrebbero tuttavia tradire questa speranza. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino