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Da una parte gli allarmi del Sesto Rapporto di Valutazione dell'IPCC, il Gruppo Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici dell'Onu, dall'altra una copiosa comunità scientifica internazionale che contesta sia i dati contenuti del report (considerati incompleti) che i modelli (giudicati errati) con cui si ipotizzano gli scenari futuri. Nessuno di loro mette in dubbio che ci sia un riscaldamento globale ma ciò che viene respinta è l'esclusiva causa antropica, cioè che dietro all'aumento di un grado dal 1850 a oggi ci sia l'uomo, e si afferma che tutto rientra in una normalità del pianeta Terra caratterizzato da oscillazioni climatiche influenzate in gran parte dall'attività solare. Tra coloro che evidenziano le discrepanze e gli errori del report Ipcc c'è Nicola Scafetta, docente di Meteorologia e Climatologia dell'Università di Napoli Federico II e responsabile dell'Osservatorio Meteorologico federiciano.
Professore, cosa c'è di sbagliato in questo rapporto?
«I dati utilizzati sono incompleti e di conseguenza i modelli sulle previsioni future sono errati, non essendoci contenuti affidabili. Ciò su cui insistono, è voler dimostrare a tutti i costi la loro teoria antropica per il riscaldamento globale, eliminando dati e informazioni che li porterebbero in contraddizione».
Quali sono i dati incompleti?
«Osserviamo le due figure presenti nel report chiamate SPM.1: History of global temperature change and causes of recent warming.
E le oscillazioni tra il 1850 a oggi, anche sono errate?
«Secondo la loro ricostruzione la temperatura durante questo periodo sarebbe aumentata di circa un grado. Poi però mostrano due simulazioni di modelli climatici. In una si usano solo i forzanti naturali (ovvero connessi a variazione della luminosità solare, aerosol e polveri di eruzioni vulcaniche) e nell'altra mettono tutti i forzanti, sia naturali che antropici, e in questa ci sarebbe l'aumento di un grado. Cioè l'uomo ha alterato il clima».
E non è così?
«Ritenere che il riscaldamento attuale sia esclusivamente dovuto a motivi antropici è errato a mio avviso».
Il cambiamento climatico però non si può negare...
«Certo, ma il clima cambia in continuazione. In tutto l'Olocene abbiamo avuto grandi cicli millenari di fortissimo caldo: in epoca romana, nel medioevo e ora. Quindi ogni mille anni è normale che ci sia un aumento di un grado, indotto da cause naturali. Tra i vari forzanti che si possono utilizzare, l'unico che contiene un ciclo millenario è l'attività solare, che si correla con il ciclo millenario delle temperature. Quindi il Sole è chiaramente il principale artefice del cambiamento climatico».
Cosa sarebbe corretto fare allora?
«L'Ipcc dovrebbe fare una sintesi della letteratura scientifica, riportare almeno un capitolo con visioni alternative, i dubbi di una buona parte della comunità scientifica che invece è inascoltata. Perché l'incertezza è molto grande, e non riportandola, si ha l'impressione che invece non ci sia». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino