I progressi nella scoperta di farmaci, nella ricerca sul Dna e nella gestione futura delle città intelligenti potrebbero essere velocizzati grazie a un nuovo chip in grado...
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Lo riporta il Telegraph. Si tratta del divario tra le prestazioni delle unità di elaborazione centrale (CPU) in rapido sviluppo e i progressi più lenti nei chip di memoria del computer. La disparità crea un "tailback" quando i computer ad alte prestazioni eseguono operazioni su larga scala, come ricerche di database con milioni di possibili risultati. I dati si accumulano in una coda che si muove lentamente tra la CPU e la memoria meno efficiente, riducendo la velocità con cui anche i computer più potenti possono fornire risultati.
Blueshift afferma che con il suo nuovo design, le operazioni potrebbero richiedere minuti o addirittura secondi anziché ore. Ciò si ottiene riorganizzando il modo in cui un chip di memoria gestisce le operazioni in modo che fornisca i dati alla CPU molto più velocemente. Il chip potrebbe essere adattato per adattarsi a normali computer e smartphone.
«Se devi spostare molti dati, come nei big data - ha detto Peter Marosan, chief technology officer di Blueshift Memory - puoi utilizzare il nostro chip per accelerare il processore». Il chip potrebbe anche aiutare i dispositivi esistenti ad accelerare le loro capacità di elaborazione e far fronte alla velocità dei dati 5G.
L'azienda è in trattative con diversi produttori di automobili senza conducente, tra cui Honda, per utilizzare i chip per accelerare i tempi di reazione dei veicoli autonomi, una sfida importante per il loro uso sulle strade. Dalle simulazioni che lo utilizzano, emerge che il chip potrebbe effettuare ricerche su vasti database che sono usati per abbinare frammenti di Dna nella ricerca scientifica o in indagini criminali, 100 volte più velocemente. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino