Che sapore ha un videogioco? A dare una risposta a questa sinestesia è stato il giovanissimo chef stellato Lorenzo Cogo, che è partito alla volta degli Stati Uniti...
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Far Cry 5 racconta dello scontro fra un predicatore di una fittizia Hope County e un vice sceriffo che deve contrastare la deriva violenta di quella che è una vera e propria setta para-religiosa. La trama del videogame avrà un ruolo molto importante nella realizzazione dei piatti, che sono stati protagonisti di una serata speciale presso il ristorante El Coq di Vicenza, di proprietà dello stesso Cogo.
«Ho rivissuto gli scenari all'interno del gioco: sono andato su per le montagne a pescare e a cacciare. Ho fatto questo viaggio per confrontarmi con persone con la mia stessa passione per la cucina e, magari, anche quella per i videogame. L'idea di unire la passione per la cucina e quella per i videogiochi è stato il motore di questo viaggio» prosegue Cogo.
A un passo dal confine canadese, Cogo è entrato nelle cucine delle famiglie del Montana, ha fatto la spesa, improvvisato menu oltre a procacciarsi il cibo secondo tradizione, tramite caccia e pesca, nella terra che fu dei bisonti.
«Diciamo che il Montana non ha una grandissima ricchezza di gusti o di cultura gastronomica. È molto influenzata dalla cucina francese e messicana – ricorda Cogo – la cosa che mi ha colpito moltissimo è lo stile di vita: si mangia molto al mattina, pochissimo a pranzo e si cena presto la sera, dalle 5 alle 7, con i ristoranti che alle 10 sono già chiusi». Alcune curiosità culinarie ricodano quelle dei cowboy: «Tipo il biscuit&gravy, che si mangia a colazione. È un biscotto con farina, burro e latte cotto, con ragù e besciamella. Mi ha ispirato per il primo piatto che ho pensato per il Menu Far Cry, appena rientrato in Italia, ovvero una pasta gratinata con un “gravy”».
Eccoci arrivati, quindi, al menu che Cogo ha pensato per Far Cry 5, in cui come dice lo stesso chef, l'italianità si incontra con la cultura del Montana. Dopo la pasta gratinata, è la volta di un piatto più tecnico, che nasce da un'esperienza di pesca: «Quando sono andato a pescare le trote, che è un prodotto tipico anche di Vicenza, è stato uno dei giorni più belli che ho vissuto. Ricordo questo fitto odore di ginepro. Così ho realizzato una trota con maionese di ginepro, che ben si sposa con la pelle croccante del pesce». Il terzo piatto è per stessa ammissione di Cogo “il più figo”: «L'ho chiamato “Comunione”. Riflette il sacramento che si fa in chiesa e gioca su una sdrammatizzazione delle tematiche all'interno del gioco. Ho ripreso il momento della comunione con un'ostia di tartare di cuore di vitello, all'interno di una particola, servendola con del Bloody Mary al barbecue di barbabietola. Questo è il piatto cult del gioco, che rispecchia al massimo l'abbinamento tra me, un giovane che gioca ai videogames e a cui piace viaggiare e scoprire il mondo, l'America con il barbecue, la crudeltà con l'utilizzo del cuore e la sacralità ripresa dal videogame per la comunione». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino