Il sesso delle alghe marine? Scoperto il gene che lo identifica

Dalla Stazione Zoologica Anton Dohrn arriva la scoperta del gene del sesso delle diatomee, alghe marine unicellulari alla base della catena alimentare degli oceani. Lo...

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Dalla Stazione Zoologica Anton Dohrn arriva la scoperta del gene del sesso delle diatomee, alghe marine unicellulari alla base della catena alimentare degli oceani. Lo studio, pubblicato dalla prestigiosa rivista scientifica Nature Communications, rivela il meccanismo che determina il genere in questi organismi. Si tratta di un meccanismo semplice che amplia la conoscenza della biologia di base ed ha importanti implicazioni sia in campo ecologico che biotecnlogico. «È importante scoprire aspetti della biologia delle diatomee sia per aspetti ecologici e, dunque, per capire se in mare il rapporto tra i sessi è equilibrato, sia per la biotecnologia perchè se vogliamo coltivarle dobbiamo essere a conoscenza di numerose informazioni» spiega la ricercatrice Marina Montresor.

 
«Nel corso dei nostri esperimenti, ciò che ci ha stupiti maggiormente è stata l’estrema semplicità del meccanismo di determinazione del sesso nelle diatomee - aggiunge Mariella Ferrante, coordinatrice del progetto e Ricercatrice alla Stazione Zoologica Anton Dohrn - Abbiamo compreso che il processo è guidato da un unico gene, MRP3. Questo gene, pur essendo presente nel genoma di entrambi i sessi, che in questi organismi unicellulari chiamiamo (+) e (-), si attiva solo nel sesso (+). Numerose osservazioni ci hanno portato a conludere che nella diatomea studiata il sesso non dipende da un intero cromosoma, come nel caso degli esseri umani, ma è determinato da una regione genomica molto piccola, diversa tra (+) e (–), capace di attivare proprio il gene MRP3».


«La conferma che il gene MRP3 sia responsabile, da solo, della determinazione del sesso è stata ottenuta forzando l’attivazione dello stesso gene in una cellula di tipo (-) che ha così invertito il suo sesso accoppiandosi con altre cellule di tipo (-), invece di unirsi con quelle di sesso opposto»,  sottolinea Monia Russo, principale autrice del lavoro e postdoc alla Stazione Zoologica. La specie osservata dal team della Szn è un’alga microscopica, ovvero la Pseudo-nitzschia multistriata, appartenente ad uno dei gruppi di alghe più  comuni nei mari del Mediterraneo, che sono responsabili della produzione del 20% dell’ossigeno che respiriamo.  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino