Domenica 22 agosto arriva la «luna blu» delle canzoni: ecco il perché del suo mito

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Vi ricordate l'incantevole voce di Ella Fitzgerald cantare Blue Moon? O quelle irripetibili e così diverse tra loro di Elvis Presley e Frank Sinatra? Cercatene qualche vecchia incisione su Youtube, se non l'avete già, e tenetela pronta per la sera di domenica 22, quando in cielo si mostrerà la Luna Blu. Così almeno, se resterete delusi da ciò che vedrete, potrete consolarvi con le carezze sonore di questi grandi interpreti.

Ma che deve succedere? In effetti, nulla di straordinario sul piano dello spettacolo. Difficilmente la tonda faccia della luna piena vi apparirà di un colore diverso dal solito (anche se potrebbe, in questo come anche in altri casi, ove l'atmosfera della Terra fosse ricca di particelle di grossa taglia, capaci di modificare lo spettro della luce degli astri). E allora?

La relativa rarità dell'evento riguarda esclusivamente la frequenza degli eventi di luna piena in un arco di tempo: per esempio in una stagione come potrebbe essere l'estate in cui siamo. Tipicamente in questo lasso di tempo che è di tre mesi, di lune piene ce ne dovrebbero essere tre. La ragione è semplice. Il mese lunare, cioè l'intervallo di tempo tra due lune piene, dura circa 29 giorni e mezzo, ossia più o meno quanto un mese medio (che è di circa 30,5 giorni). Strana coincidenza, penserà qualcuno di voi, sbagliando, perché non si tratta affatto di un caso. Gli antichi astronomi hanno scelto la durata del mese solare in modo da farla coincidere con quella del mese lunare, rispettando però la condizione che in un anno vi fosse un numero intero di mesi. Una soluzione felice che ha facilitato l'uso combinato di Luna e Sole nei calendari.


Torniamo al calcolo di quante lunazioni complete ci possono essere in una stagione di tre mesi (91,5 giorni circa). Beh, visto che una singola lunazione dura 29,5 giorni, contando quella iniziale e quella finale, ce ne possiamo far stare un totale di 4 e avanza anche qualcosa! Ma perché ciò succeda c'è bisogno di una particolare sincronia: la stagione deve cominciare con una luna piena, e questo accade solo ogni qualche anno (potrebbe anche non accadere mai per una data stagione ove il mese lunare fosse un sottomultiplo esatto dell'anno!). In sostanza, di solito in una stagione le lunazioni sono soltanto tre. Quando però avviene che esse siano quattro, allora la terza viene detta Luna Blu.



Se succede in agosto, gli americani la chiamano anche Luna dello Storione o Luna del Grano: nomenclature ereditate dalle tradizioni dei pellerossa dei Grandi Laghi e delle praterie. I pennuti guerrieri usavano però anche il nome di Luna Rossa, in clamorosa contraddizione col preteso colore blu, che evidentemente è solo un'etichetta.



Visto che si tratta solo di una coincidenza numerologica, perché allora farne un caso mediatico? Perché gli uomini non hanno mai smesso di considerare il cielo come una lavagna su cui il Creatore scrive i suoi messaggi usando come penna i corpi celesti: testi criptici, che devono essere opportunamente identificati e decodificati. Ecco allora che in ogni circostanza in cui in cielo accade qualcosa di inusuale e raro, si crede che possa significare qualcosa per noi, salvo poi stabilire che cosa (ma niente panico! C'è sempre chi ci pensa a farlo per noi). La Luna Blu di domani, domenica 22 agosto, che segue le Perseidi e ha vicino a sé Giove e Saturno, sebbene stinta darà certo la stura a risibili speculazioni. Ma poco importa: gli astrologi non sono gli unici bugiardi. Ascoltiamo invece le parole della canzone e speriamo che, come lì si dice, anche a noi la Stella Diana porti amore e ci faccia vincere la grande solitudine di questi tempi difficili. Provate a chiederglielo mentre la ammirate, pur nella consapevolezza che la Luna, ahimè, è sorda.
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Il Mattino