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La Luna è un obiettivo difficile per i privati. A quattro anni dal fallimento della missione israeliana Beresheet, il lander Hakuto-R della piccola azienda giapponese ispace non ha più dato segni di vita, dopo una missione nella quale sembrava aver raggiunto, uno dopo l'altro, tutti gli obiettivi prestabiliti. Ma l'ultimo e il più importante, l'allunaggio, non potrà essere confermato.
Persi i contatti con il lander
Dopo un momento di entusiasmo, quando il lander era riemerso dall'altra faccia della Luna e mancavano ormai pochi minuti all'allunaggio, è cominciata l'attesa per il nuovo segnale che avrebbe sancito il successo della missione. L'Il lander avrebbe dovuto toccare il suolo lunare alle 18,40, ma 20 minuti più tardi c'era ancora silenzio. Volti sempre più tesi nel centro di controllo della missione a Tokyo, nel tentativo di ripristinare la comunicazione con il veicolo, ma non c'è stato nulla da fare. «Non siamo in grado di confermare l'allunaggio», ha detto il fondatore e amministratore delegato della ispace, Takeshi Hakamada.
Hakuto, azienda giapponese tenta il primo sbarco "privato" sulla Luna
Gli ultimi segnali dal lander sono stati ricevuti dal centro di controllo nelle ultime fasi della discesa, quando il veicolo si trovava alla distanza di 90 metri dal suolo lunare e aveva ridotto la sua velocità a 33 chilometri orari.
Un traguardo storico
Lanciato nel dicembre 2022 con un razzo Falcon 9 della SpaceX, Hakuto-R è la prima missione del programma Hakuto della ispace, che prende il nome dal coniglio bianco che secondo la mitologia giapponese vivrebbe sulla Luna. In febbraio il veicolo era arrivato a 1,3 milioni di chilometri dalla Terra, la più grande dustanza mai raggiunta da un veicolo privato, e il 21 marzo si era immesso in un'orbita circolare, a circa 100 chilometri dal suolo lunare. Delle dimensioni di un'automobile compatta, con quattro zampe che avrebbero dovuto estendersi al momento dell'atterraggio, Hakuro-R ha viaggiato con un carico che comprende il piccolo rover Rashid, degli Emirati Arabi Uniti, un sistema di intelligenza artificiale dell'azienda canadese Mission Control ed è canadese anche il sistema per la ripresa di immagini dell'azienda Canadensys Aerospace. Fra i partner della missione c'è l'Agenzia spaziale europea, che fornisce il supporto per le comunicazioni. «Siamo un'azienda piccola, ma ambiziosa», aveva detto Takeshi Hakamada quando tutto sembrava ancora andare per il meglio, ma anche dopo l'amarezza del mancato allunaggio il suo commento è stato: «continueremo ad andare avanti».
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