Smartphone, la ricerca: ricevono un segnale diverso se tenuti con la mano destra o sinistra

Smartphone, la ricerca: ricevono un segnale diverso se tenuti con la mano destra o sinistra
Uno studio condotto da un team dell’Università di Aalborg (Danimarca) rivela come la qualità delle ricezione di uno smartphone cambi a seconda della mano che...

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Uno studio condotto da un team dell’Università di Aalborg (Danimarca) rivela come la qualità delle ricezione di uno smartphone cambi a seconda della mano che si usa per impugnarlo. Gert Frølund Pedersen, a capo della ricerca, ha testato i dispositivi in un ambiente con pareti ricoperte da nastro isolante in modo da ridurre il più possibile le interferenze. Gli esperimenti sono stati effettuati ricorrendo a mani e teste sintetiche che superano l’impasse della conduttività della pelle umana. Simulando una telefonata, il gruppo di studiosi ha rilevato in che misura la potenza di segnale varia se si ricorre alla mano destra o a quella sinistra. Ci sono casi in cui la differenza è particolarmente evidente: ad esempio, un iPhone 6s tenuto con la mano sinistra registra 8,2 decibel milliwatt (dBm); nella mano destra passa a 15,1 dBm. Nei telefoni che non provengono da casa Apple, però, il gap è decisamente meno marcato. In ogni caso, la testa è sicuramente la principale barriera per la diffusione delle onde: gli auricolari o il vivavoce, infatti, migliorano la ricezione di qualsiasi dispositivo.


In realtà, già nel 2010 Steve Jobs lanciò il caso “antennagate” organizzando una conferenza stampa a Cupertino (California) per fare luce sulle polemiche scatenate intorno all’iPhone 4 che, al tempo, aveva fatto non poco discutere a causa della scarsa ricezione. L’allora CEO dell’azienda spiegò alla platea che il problema stava nel modo in cui erano state disposte le antenne lungo il bordo del melafonino dicendo come fosse sufficiente impugnarlo in un certo modo per non disturbare il campo. In quella occasione, Apple regalò un bumper di gomma da sistemare intorno all’iPhone per isolare le antenne dalla pelle. Fu una lezione illuminante, più che una semplice conferenza stampa: da quel momento le aziende si sono impegnate per capire come sistemare in maniera ottimale le antenne perché non subiscano lo schermo delle mani. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino