WhatsApp, multa da 50.000 euro dall'Antitrust: non rispetta obblighi informativi

WhatsApp, multa da 50.000 euro dall'Antitrust: non rispetta obblighi informativi
WhatsApp dovrà pagare 50.000 euro di multa. Lo ha stabilito l'Antitrust, perché non ha rispettato l'ordine di pubblicazione relativo ad una precedente...

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WhatsApp dovrà pagare 50.000 euro di multa. Lo ha stabilito l'Antitrust, perché non ha rispettato l'ordine di pubblicazione relativo ad una precedente provvedimento in cui venivano contestate «clausole vessatorie» contenute nei termini di utilizzo dell'applicazione. A maggio scorso infatti, l'Authorità Garante della Concorrenza e del Mercato aveva chiuso due indagini nei confronti dell'azienda acquisita da Facebook ed emesso due distinti provvedimenti. Nel primo ha comminato una sanzione da tre milioni di euro per aver indotto gli utenti a credere che se non avessero accettato la condivisione dei dati con Facebook, non avrebbero potuto usare l'App. Nel secondo ha accertato la vessatorietà di alcune clausole di Whastapp a svantaggio dei consumatori. Nello specifico: la facoltà di modifiche unilaterali del contratto da parte di WhatsApp, il diritto di recesso stabilito unicamente a vantaggio del professionista, la scelta del Foro competente (ad oggi solo i tribunali americani) e la possibilità di interrompere il servizio senza motivo e preavviso. Clausole che secondo l'Authority hanno limitato le responsabilità dell'azienda a danno dell'utilizzatore. Motivo sufficiente per imporre a Whatsapp «l'ordine di pubblicazione» al fine di informare i consumatori. L'azienda di instant messaging avrebbe dovuto pubblicare il documento nella homepage del proprio sito e inviare una chat di notifica a tutti gli utenti italiani. L'obbligo informativo però, non è stato rispettato ed è scattata la multa da 50.000, il massimo consentito dalla normativa per l'inottemperanza ai provvedimenti di accertamento della vessatorietà. E' probabile che Whatsapp, valuti la possibilità di un ricorso contro la decisione dell'Antitrust, resta il fatto che 50.000 euro, per una società valutata 19 miliardi di dollari, siano un danno irrisorio.
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Il Mattino