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In concomitanza con gli Europei di calcio Uefa Euro 2020, il Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche della Guardia di Finanza ha concluso una nuova ed importante operazione di contrasto al fenomeno della pirateria audiovisiva, denominata 'Euro Strike 2020', attraverso la trasmissione non autorizzata su rete internet, la c.d. “IPTV” - Internet Protocol Television. L’attività ha avuto origine dalla Uuefa che, in qualità di titolare dei diritti di trasmissione dell’evento, segnalava la proliferazione di portali dediti allo streaming illegale delle partite in prossimità dell’inizio della manifestazione calcistica europea. Le preliminari attività hanno riguardato l’identificazione e l’accurato monitoraggio dei servizi e delle risorse IPTV e streaming illegali a partire dalla cerimonia inaugurale di Roma dello scorso 11 Giugno.
Veniva smascherato un nuovo articolato sistema basato su piattaforme informatiche di ultima generazione, alimentate simultaneamente da numerose “sorgenti di contenuti” ubicate in Europa e finalizzate alla trasformazione dei segnali audiovideo protetti da diritto d’autore in flussi dati sistematicamente redistribuiti in tutto il mondo.
La complessa ed innovativa attività di indagine, coordinata dal Procuratore della Repubblica di Napoli, Giovanni Melillo e diretta dal Procuratore Aggiunto Vincenzo Piscitelli e dai Sostituti Procuratore Valeria Sico e Maria Sofia Cozza, ha consentito il sequestro e l’oscuramento di oltre 600 risorse informatiche tra server di trasmissione, piattaforme di gestione, siti vetrina e siti di live streaming nonché l’acquisizione dell’elenco completo dei dati identificativi di centinaia di migliaia di illeciti utilizzatori in ambito mondiale. La Guardia di Finanza, nella sua veste di polizia economico finanziaria a tutela degli operatori onesti e per assicurare condizioni di leale concorrenza, contrasta con decisione questo business illegale che finanzia la criminalità organizzata e cagiona un imponente danno per l’economia italiana a discapito dell’industria dell’audiovisivo che, in un momento già gravemente segnato dalle difficoltà derivanti dalla pandemia di Covis 19, si stima abbia perso nel solo anno 2020 oltre 8000 posti di lavoro (dati FAPAV) proprio per effetto di questi fenomeni criminali.
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