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(LaPresse) Arriva anche a Torino la protesta pacifica dei ristoratori che prende il nome dall’hastag #ioapro. Alcuni esercenti, stremati dalle tasse, dagli affitti dei locali e da tutti i costi legati all'attività imprenditoriale, hanno deciso di sfidare il nuovo Dpcm restando aperti oltre le 18. I sussidi governativi non bastano e la paura della chiusura dell’attività diventa concreta quando ci si indebita con le banche, denuncia una ristoratrice rammaricata. Quando le forze dell’ordine entrano nel suo locale per effettuare i controlli sulle violazioni delle norme sancite dal Dpcm, la titolare si sfoga in un pianto: «È otto anni che siamo aperti, ma questa è la nostra fine».
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