Morto durante l'inseguimento,
nuove verifiche sui colpi di pistola

Morto durante l'inseguimento, nuove verifiche sui colpi di pistola
di Alessandra Montalbetti
Giovedì 24 Gennaio 2019, 14:30
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Stabilire «l'incidenza causale» dei colpi d'arma da fuoco sul decesso di Antonio Dello Russo. In parole povere, capire se l'uomo sia morto o meno per i proiettili che l'hanno raggiunto.

Questo il contenuto dell'ulteriore quesito richiesto dal pubblico ministero Paola Galdo al medico legale Elena Piciocchi, che ha eseguito l'esame autoptico sulla salma del 39enne di Mercogliano morto la scorsa settimana a Mugnano sulla 7bis. Il medico legale, a seguito del quesito formulato ieri dal pm, dovrà inoltre chiarire se i colpi che hanno a la vittima al gomito e alla gamba destra, abbiano contribuito a provocare il sinistro mortale, oltre a dover stabilire con assoluta certezza le cause della morte dell'ex corriere di Mercogliano.
 
Elementi che i legali della famiglia Dello Russo, Fabio Tulimiero e Francesco Cucinotta, hanno richiesto nella denuncia depositata lunedì mattina in Procura affinché venga fatta piena luce su quanto accaduto al 39enne. Ieri pomeriggio inoltre è stato conferito l'incarico all'ingegnere Alessandro Lima - consulente più volte nominato dalla Procura avellinese, anche nel processo della strage del viadotto Acqualonga - per stabilire la dinamica del sinistro e la traiettoria dei colpi d'arma da fuoco esplosi dai due carabinieri di turno nel tentativo estremo di fermare la corsa di Dello Russo, dopo aver forzato il posto di blocco. I due consulenti nominati dalla Procura dovranno confrontarsi anche per chiarire il ruolo avuto dai colpi - esplosi contro l'auto della vittima - nella perdita del controllo della vettura guidata dal 39enne di Mercogliano, nonché nella sua morte. Infine la famiglia della vittima ha conferito l'incarico al consulente di parte, il professore Martino Farneti, perito balistico di fama nazionale - docente universitario noto per essersi occupato della morte di Luigi Tenco, oltre ad aver eseguito gli accertamenti tecnici inerenti al maxi processo alla mafia di Palermo - ritenuto uno dei massimi esperti in campo balistico-forense.

Mentre i due carabinieri, finiti nel registro degli indagati con l'accusa di omicidio colposo e difesi dall'avvocato Pompeo Ledonne, hanno preferito non nominare consulenti di parte «riponendo piena fiducia nel lavoro della Procura e dei suoi consulenti». I due carabinieri, ascoltati nell'immediatezza dei fatti, hanno sostenuto fin dall'inizio «di aver rispettato il protocollo e di aver sparato ad altezza gomme», così come riferito dal loro legale «preservando fino all'ultimo l'incolumità degli altri passanti e dello stesso Dello Russo».

Da stamane i consulenti incaricati saranno già a lavoro per l'acquisizione dei reperti da analizzare e da sottoporre agli accertamenti tecnici, mentre gli accertamenti sulle vetture coinvolte nel sinistro mortale - l'auto dei carabinieri finita nella scarpata e la Fiat Bravo guidata dal 39enne schiantatasi contro l'albero - inizieranno il prossimo 6 febbraio presso il commissariato di Lauro. Le relazioni saranno pronte tra 90 giorni. Solo allora si potrà stabilire con certezza come sono andati i fatti la notte tra il 14 e il 15 gennaio lungo la statale 7 bis tra i comuni di Mugnano e Avella e si potrà effettuare una ricostruzione dell'accaduto. Intanto le indagini proseguono a ritmo serrato e nella giornata di ieri il pubblico ministero, titolare dell'inchiesta avrebbe iniziato ad ascoltare alcuni testimoni oculari di quanto accaduto lungo la strada dove Antonio Dello Russo, dopo aver forzato un posto di blocco intimatogli dai militari di turno, si è schiantato contro un albero, con velocità tale da trovare quasi subito la morte. Un impatto così violento da far sbalzare fuori dal vano il motore, ritrovato a diversi metri di distanza dal luogo del sinistro e trasformando la vettura in un groviglio di lamiere che non ha dato scampo al 39enne di Mercogliano.
 
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