I commissari Aias ai sindacati:
«Gli stipendi saranno pagati»

I commissari Aias ai sindacati: «Gli stipendi saranno pagati»
di Antonello Plati
Domenica 10 Marzo 2019, 13:00
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«Gli stipendi arretrati saranno pagati e quelli maturati da adesso in poi saranno accreditati puntualmente il 15 di ogni mese». I commissari dell'Aias, Maurizio Arci e Remo Del Genio, incontrano le parti sociali - Cgil, Cisl e Ugl - e presentano il piano di ristrutturazione aziendale per le sedi di Calitri e Nusco. «È nostra intenzione dicono salvaguardare i diritti dei lavoratori e degli assistiti: il risanamento dell'azienda è una priorità. Il prossimo 20 marzo, il piano di ristrutturazione sarà sottoposto al prefetto Maria Tirone».

Nuovi spiragli anche per la sede avellinese, quella di via Morelli e Silvati (dove ieri s'è svolto l'incontro), sotto sequestro preventivo disposto dalla Procura nell'ambito di un'inchiesta giudiziaria su una presunta distrazione di fondi pubblici che coinvolge i vertici di «Noi con loro»: la Onlus che, tramite una convenzione col Comune, concedeva in affitto i locali all'Aias.
 
«Siamo completamente estranei alla vicenda», sostiene Arci. «Nella struttura di via Morelli e Silvati abbiamo effettuato i lavori necessari all'adeguamento: aspettiamo il parere dei vigili del fuoco. Fosse per noi riprenderemmo l'attività sin da subito».

Tuttavia non sarà così facile: infatti, l'Asl dopo il provvedimento della magistratura è stata costretta a revocare l'accreditamento al sistema sanitario regionale. Un'ipotesi, tra l'altro, al vaglio anche per i centri dell'Alta Irpinia, i cui dipendenti l'altra settimana hanno scioperato per 24 ore, manifestando sotto gli uffici di via Degli Imbimbo. Costantino Vassiliadis, segretario generale dell'Ugl, è fiducioso rispetto al futuro: «I commissari hanno accolto le nostre istanze e hanno assicurato che gli stipendi saranno pagati. Dunque, in attesa della ratifica, è stato fatto un grosso passo in avanti». Più cauta il segretario generale della Funzione Pubblica Cgil, Licia Morsa: «È necessario un confronto con i lavoratori: saranno loro a valutare le proposte».

Nel dettaglio, per le 9 mensilità arretrate dei terapisti di Calitri e Nusco si dovrebbe procedere con il pagamento della prima tranche (pari al 33 per cento) entro la fine dell'anno, della seconda nel 2020 e l'ultima nel 2021. Per gli altri, che dopo la chiusura dell'Aias di Avellino hanno risolto il contratto, Arci e Del Genio prospettano due soluzioni: il pagamento in un'unica soluzione al momento dell'accordo conciliativo tra il 60 e il 70 per cento dell'importo dovuto (con l'impegno, però, della riassunzione qualora venisse dissequestrata la struttura); oppure il saldo spalmato in tre rate da versare entro il 28 febbraio 2020. Quanto emerso dal confronto di ieri sarà discusso, come detto, tra 10 giorni in prefettura.

E non sono esclusi colpi di scena. In una vertenza che va avanti ormai da un anno e mezzo, i cambi di rotta dei commissari hanno spesso sconvolto i già fragili equilibri. Se non dovesse arrivare la fumata bianca la Fp Cgil avanzerebbe di nuovo la pretesa di far decadere l'accreditamento anche per Calitri e Nusco, chiedendo sostegno all'Asl per replicare lo scenario che ha portato alla ricollocazione dei colleghi del capoluogo irpino presso altri centri convenzionati nella provincia.

La manager Maria Morgante ha più volte affermato di «voler fare tutto il possibile», nei limiti dei suoi poteri, «per tutelare sia lavoratori sia i pazienti». Non solo Aias.

A preoccupare è l'intero sistema del privato. Infatti, si sono interrotte le trattative per il rinnovo del contratto collettivo a causa della mancata disponibilità delle aziende a garantire le risorse economiche necessarie. Per questo, è scattata la proclamazione dello stato di agitazione.

«In Irpinia spiega il segretario regionale della Fp Cgil Marco D'Acunto la situazione non è più sostenibile per le tante questioni aperte come, per esempio, quella sugli arretrati contrattuali, il taglio dei diritti dei cittadini in relazione ai servizi di cura, assistenza e riabilitazione e una carenza di norme che ha consentito la giungla applicativa dei contratti pirata utili solo a drenare risorse al servizio sanitario regionale a discapito dei lavoratori della sanità accreditata abbassando il costo del lavoro a parità di prestazioni e consentendo maggiori utili alle aziende private».
 
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