Conservatorio, il soprano fa ricorso
e il Tar ordina: graduatoria da rifare

Conservatorio, il soprano fa ricorso e il Tar ordina: graduatoria da rifare
di Edo Corsani
Domenica 26 Agosto 2018, 12:00
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L'acuto del Tar affonda le sabbie mobili della burocrazia. L'irresistibile carriera di Carmen Giannattasio, tra i massimi soprani contemporanei, contro lo stucchevole digesto che ne aveva rigettato la partecipazione al bando del Conservatorio «Cimarosa», indetto per una graduatoria d'incarichi a tempo determinato quale docente di Canto.

«Un atto chiaramente illegittimo - hanno sancito i giudici salernitani - non avendo la Commissione tenuto debito conto dei titoli indicati nella domanda di partecipazione».

Di qui la decisione del Tar a carico del «Cimarosa» che dispone: «L'annullamento dell'atto di esclusione e la riammissione della ricorrente alla procedura, riscrivendo la graduatoria».
 
Ma dov'è che la Carmen - artista solofrana, diplomata negli anni 90 proprio al Cimarosa - aveva steccato? Il soprano, questa la «colpa grave», non aveva allegato al chilometrico curriculum della carriera (basta un'occhiata al web) la dichiarazione sostitutiva in cui confermava il percorso professionale. A nulla era valsa la presenza, una per una, nella domanda, delle fotocopie dei titoli. Vent'anni di applausi e ovazioni, dalla Scala al Metropolitan, dall'Arena al Bolshoi svaniti nelle nebbie infide di un Bando implacabile. Ci hanno pensato i giudici amministrativi (I sezione), in nome del «popolo soprano», a ricordare che le documentazioni di un concorrente, a qualsiasi latitudine dello stivale, se non false (e perciò perseguibili anche penalmente) sono sempre integrabili con il «soccorso istruttorio», su iniziativa della stessa amministrazione che ha indetto il concorso. Violato, dunque, il principio del «favor partecipationis». Qualora le dichiarazioni presentino irregolarità od omissioni rilevabili d'ufficio - recita la norma - «il funzionario competente a ricevere la documentazione ne dà notizia all'interessato». Contestati dalla Carmen lo «sviamento di potere per travisamento dei fatti, eccesso di potere per difetto di motivazione contraddittorietà, ingiustizia manifesta».

Un peccato veniale, quello che aveva portato all'esclusione, che però aveva finito per alimentare voci malevole sulle ragioni della decisione. Ferme le prossime determinazioni del «Cimarosa», è come se fosse stata estromessa dal palco la Callas o, per parità di genere, un Bocelli per avere dimenticato la carta d'identità. Dunque la Carmen avrà il suo posto in graduatoria. Il soprano che ha emozionato nel ruolo di Norma (l'opera omonima), Nedda (Pagliacci), Amalia (Masnadieri) e decine di altri, intanto supera a pieni voti la prova più difficile della sua carriera: battere la burocrazia.
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