Avellino: altro tecnico per Festa,
Maggio a capo del Consiglio

Avellino: altro tecnico per Festa, Maggio a capo del Consiglio
di Luigi Basile
Martedì 18 Giugno 2019, 10:26 - Ultimo agg. 11:10
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Il sindaco di Avellino, Gianluca Festa, punta su un quarto tecnico per la gestione dell'assessorato alla Cultura e conferma Nargi nella postazione di vicesindaco. Mentre si attende la proclamazione degli eletti, per avviare un confronto politico ed amministrativo con la maggioranza, si va definendo il quadro complessivo del nuovo governo cittadino. Per il via libera dell'Ufficio elettorale della Corte d'appello ci sarà però ancora da attendere e non è escluso che l'insediamento del primo cittadino possa avvenire soltanto nel corso della prossima settimana. Di lì a qualche giorno, comunque, si procederà rapidamente alla firma dei decreti di nomina degli assessori.Appare, dunque, definitivamente chiarita la posizione di Laura Nargi della lista Ora Avellino, che nei giorni scorsi sembrava destinata ad assumere la presidenza del consiglio comunale, anziché far parte della giunta. A guidare l'assemblea invece sarà Ugo Maggio, uomo di fiducia del sindaco, che già durante il breve mandato dell'amministrazione Ciampi, ha svolto questo ruolo.
 
Si allarga intanto la pattuglia degli esterni. Oltre ai due tecnici presentati da Festa prima del ballottaggio, Emma Buondonno, docente di Composizione architettonica ed urbana all'Università di Napoli Federico II, e Germana Di Falco, docente al Master in Europrogettazione del Sole 24 Ore e del Centro universitario di Venezia, ai quali saranno assegnate rispettivamente le deleghe all'Urbanistica e ai Fondi europei, nell'esecutivo ci sarà spazio anche per un esperto in progettazione culturale e per il titolare delle Finanze. I nomi però sono avvolti ancora da uno stretto riserbo.

Per quanto riguarda gli interni, invece, non sembra in discussione la presenza nell'esecutivo di Geppino Giacobbe, ex vicedirigente dell'Ufficio scolastico provinciale ed ex presidente della Fipav irpina, la Federazione della Pallavolo, a cui verrebbero affidate le deleghe alla Pubblica Istruzione e allo Sport.
Della squadra farebbe parte anche Antonio Genovese, al quale sarebbero assegnati i Lavori Pubblici, incarico già rivestito in passato. A Stefano Luongo, animatore di Avellino Vera, la lista patrocinata dall'ex deputato Angelo D'Agostino, andrebbero le Politiche giovanili. Resterebbe fuori, per sua scelta, Gianluca Gaeta, a cui sarebbe comunque attribuita la delega operativa alle Periferie.

Ancora da definire il titolare dei Servizi sociali. Tra i nomi circolati nei giorni scorsi, quello della sociologa Mimma Chiuso, che però verrebbe destinata ad altri impegni istituzionali.
A questo punto, le porte della giunta potrebbero aprirsi per Marianna Mazza o Guido D'Avanzo, la prima una new entry, eletta tra le fila di Davvero, l'altro un veterano di Piazza del Popolo, proveniente dalla lista Avellino Vera.

La delega all'Ambiente, infine, resterebbe in capo al sindaco, Festa, che se ne occupato anche in passato.
Intanto, in queste ore, tra gli eletti di maggioranza e di opposizione, ma anche tra i candidati in attesa di subentrare nel civico consesso, grazie alle nomine in giunta di interni, si sta diffondendo una qualche dose di preoccupazione per il responso degli organismi di controllo, sui riconteggi delle preferenze personali, che potrebbero rassegnare una situazione leggermente differente da quella fotografata dai dati elaborati dagli uffici di Piazza del Popolo, all'indomani dello scrutinio del primo turno.

C'è, inoltre, una questione particolarmente delicata da sciogliere, che potrebbe riservare sorprese, che riguarda il numero di seggi spettanti alla maggioranza. Se debbano cioè essere venti, come l'interpretazione prevalente della norma sostiene, o diciannove, come stabilito da alcune sentenze del Consiglio di Stato.
Su questo punto il candidato Giovanni D'Ercole della lista di minoranza La Svolta inizia da te (la compagine guidata da Dino Preziosi), in quota Fratelli d'Italia, ha comunque presentato ricorso al Tar. Se la tesi da lui abbracciata dovesse essere convalidata dall'Ufficio elettorale della Corte d'appello, la rappresentanza dell'opposizione si rinfoltirebbe, a danno della maggioranza, consentendogli di essere eletto in extremis.
 
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