Clan Partenio, restano dentro
​gli uomini di Galdieri

Clan Partenio, restano dentro gli uomini di Galdieri
di Alessandra Montalbetti
Giovedì 7 Novembre 2019, 11:17
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Nuovo Clan Partenio, l'impianto accusatorio regge dinanzi al tribunale del riesame di Napoli. Infatti restano in carcere anche Ernesto Nigro, Pasquale Nando e Ferdinando Bianco e Giovanni Volpe coinvolti nell'inchiesta Nuovo Clan Partenio che ha azzerato il clan riorganizzato dai fratelli Galdieri. Misure degli arresti domiciliari confermati anche per Giuseppina Nigro e il messo comunale del comune di Monteforte Irpino, Martino De Fazio.
I giudici della X sezione del tribunale partenopeo hanno confermato le misure per gli altri sei indagati (accusati a vario titolo di estorsione, usura ed associazione a delinquere) rigettando le richieste avanzate dai legali Quirino Iorio, Antonella Zotti, Alberico Villani, Pina De Crescenzo e Raffaele Tecce che hanno insistito molto, nel corso della discussione, sulla decadenza delle esigenze cautelari.

Complessivamente sono 23 gli indagati sottoposti alle misure cautelari nell'inchiesta condotta dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli. Dunque alle prime undici conferme delle misure cautelari - emesse nei confronti di Pasquale Galdieri, detto O'Milord, Nicola Galdieri ad avviso degli inquirenti il reggente del clan nel periodo detentivo del fratello Pasquale, (che hanno rinunciato al riesame) Carlo Dello Russo, il picchiatore della consorteria criminale, Antonio Matarazzo, Antonio Taccone, Ludovico Nittolo, Filippo Chiauzzi difesi dall'avvocato Gaetano Aufiero, Diego Bocciero difeso dall'avvocato Gerardo Santamaria Carmine Valente difeso dall'avvocato Raffaele Bizzarro, Luigi De Simone difeso dall'avvocato Raffaele Doria e Franco Ambrosone (agli arresti domiciliari) difeso dall'avvocato Nello Pizza se ne sono aggiunte altre sei. Gli indagati, sottoposti alle misure confermate dal Riesame, sono accusati, a vario titolo, di associazione a delinquere, usura ed estorsione. L'unico ad essere ritornato in libertà è Giuseppe Durante (sottoposto agli arresti domiciliari) accusato di concorso in estorsione e difeso dall'avvocato Almerigo Pantalone. Mentre stamane, dinanzi al tribunale partenopeo, verranno discussi i riesami per gli indagati Angelo Genito, Giuseppe Moscariello e Mario Rosania ed Elpidio Galluccio (tutti in carcere) e per Giuliana Brogna sottoposta agli arresti domiciliari. Gli avvocati Carmine Danna, Salvatore Vecchia e Marco Dragone tenteranno di dimostrare l'estraneità dei loro assistiti ai fatti contestati e di far accogliere le richieste di annullamento o attenuazione delle misure.

Dunque regge l'impianto accusatorio dei pubblici ministeri della Direzione distrettuale antimafia di Napoli che hanno coordinato l'inchiesta, che ha smantellato di fatto il Nuovo Clan Partenio, capeggiato da Pasquale Galdieri con il beneplacito degli esponenti del clan Cava, dopo aver estromesso Damiano Genovese (figlio di Amedeo, agli arresti domiciliari per detenzione illegale di armi ed indagato a piede libero nell'inchiesta Nuovo Clan Partenio per associazione a delinquere). Intanto gli inquirenti continuano ad indagare su altre persone vicine ai componenti della consorteria criminale sottoposti alle misure custodiali ed incastrati dalle intercettazioni ambientali effettuate dai carabinieri del Nucleo operativo agli ordini del capitano Quintino Russo.

L'inchiesta dunque potrebbe ulteriormente allargarsi ad altre persone che hanno avuto un ruolo fondamentale nella gestione delle aste, finite al centro dell'inchiesta in quanto gli interessi del nuovo clan erano convogliati anche in questa direzione.

Non è escluso che potrebbero essere coinvolti altri professionisti che alla luce dell'incarico professionale ricoperto avrebbero agevolato i componenti del clan negli affari illeciti. Ulteriori sviluppi potrebbero arrivare dal deposito - da parte dei pubblici ministeri della direzione distrettuale antimafia di Napoli - di altri atti riguardanti le dichiarazioni rese dalle persone informate sui fatti ascoltate presso il comando dei carabinieri di via Brigata, dagli uomini del comandante Massimo Cagnazzo.
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