Covid, il virus porta via l'ex primario Volpe:
una vita in trincea contro le leucemie

Covid, il virus porta via l'ex primario Volpe: una vita in trincea contro le leucemie
di Gianluca Galasso
Martedì 25 Gennaio 2022, 07:51 - Ultimo agg. 20:03
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Un altro medico ucciso dal Covid. Non era più in servizio al Moscati, dove aveva dato vita all'unità di Ematologia, ma la sua missione continuava ancora attraverso il volontariato. Senza sosta. Ettore Volpe, 85 anni, è spirato ieri mattina nel nosocomio del capoluogo. Era ricoverato nella terapia intensiva del Covid Hospital. Il 13 gennaio scorso l'arrivo a contrada Amoretta e subito il ricovero in terapia sub-intensiva. Otto giorni dopo il trasferimento in terapia intensiva. Il suo cuore, purtroppo, non ha retto, nonostante tutti gli sforzi del personale sanitario della città ospedaliera. La spallata del virus è stata troppo potente. Il dottore Volpe è deceduto nell'ospedale che lo ha visto protagonista per anni. Grazie alla sua determinazione, allo studio, alla passione per il lavoro ha salvato la vita a decine di persone.

«Sono addolorato per la scomparsa di Ettore Volpe, dottore di primo rango e luminare del settore. Con lui la medicina nella nostra provincia ha raggiunto importanti risultati, quali la realizzazione del reparto di Ematologia al Moscati e la realizzazione di un centro trapianti per il settore», il ricordo di Pino Rosato, già manager dell'azienda ospedaliera avellinese.

Ettore Volpe era primario emerito di Ematologia. Nel 1997 fu lui a realizzare il reparto. E proprio in quell'anno ci fu il primo trapianto di midollo in Campania nel nosocomio cittadino. Anche dopo il traguardo della pensione, il dottore Volpe ha proseguito il suo impegno per l'Ail, l'Associazione italiana contro le leucemie. Sempre in prima fila nella promozione di iniziative per la raccolta di fondi, al fine di sostenere i progetti del gruppo e la ricerca.

La sua dipartita ha sconvolto i colleghi che hanno lavorato al suo fianco, decine di pazienti e conoscenti. In tanti hanno voluto ricordarlo con messaggi sui social media, sottolineando proprio il suo impegno nel sociale. «Grandissimo professionista, sensibile e disponibile con tutti, con lui al suo fianco, era il 1984/85 la Misericordia di Montella mosse i suoi primi passi, le prime donazioni di sangue. Riposa in pace Ettore, condoglianze a tutta la famiglia», dice Giuseppe Bocchino su Facebook.

Tanti i ricordi che giungono dalla comunità di Montella, suo paese d'origine. La salma riposerà nel cimitero locale. Ieri pomeriggio i funerali sono stati celebrati nella chiesa del Cuore Immacolato di Maria di via degli Imbimbo ad Avellino. Messaggi di vicinanza alla moglie Maria Grazia Fico, ai figli Antonio (anche lui medico), Felice e Fernando, alle nuore Maria, Marialaura e Maria Rita, ai fratelli Felice, Giuseppina, Gaetano Eleonora e Fernando. Tra gli altri, quello del Dipartimento di Onco-Ematologia, così come l'unità operativa di Rianimazione del Moscati. I rappresentanti dell'Ail di Avellino ricordano il «fondatore, presidente e risorsa preziosissima dell'associazione, che ha sempre sostenuto, con dedizione e passione, fino alle fine». Resterà l'esempio del dottore Ettore Volpe. L'esempio di un medico che lavorava 24 ore su 24 per cercare di aiutare i suoi pazienti e lo faceva anche svestendo il camice bianco per indossare la pettorina del volontario. La pandemia ha portato via in due anni tanti medici che hanno lasciato un ricordo indelebile in provincia, e non solo, tra personale sanitario e pazienti.

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Dall'inizio dell'anno non si ferma la lunga scia di decessi che si sta registrando a causa del Covid-19 tra ospedale Moscati di Avellino e Frangipane di Ariano Irpino. Ormai è quotidiano il bollettino di vittime del virus in Irpinia. Non c'è stato un giorno dal primo di gennaio senza un morto per colpa del nemico invisibile. Che ieri, dunque, ha determinato la fine dell'esistenza terrena di un medico straordinario, di un uomo buono e perbene, la cui superlativa azione non si dimenticherà. 

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