Doppi stipendi all'Asl Avellino,
pugno di ferro sugli indagati

Doppi stipendi all'Asl Avellino, pugno di ferro sugli indagati
di Antonello Plati
Sabato 9 Febbraio 2019, 11:00
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«Doppi stipendi» all'Asl di Avellino: il direttore generale di via Degli Imbimbo, Maria Morgante, si affida a un professionista esterno per supportare l'indagine interna condotta dalla commissione disciplinare dell'Azienda sanitaria.

Sarà l'avvocato Brunella Merola a ricoprire l'incarico di consulenza mirato a individuare atti e provvedimenti da emettere nei confronti dei presunti dipendenti infedeli. Al legale anche il compito di difesa nei giudizi che potrebbero derivare dall'impugnazione delle eventuali decisioni assunte.
 
L'inchiesta giudiziaria avviata dalla Procura e condotta dalla Guardia di finanza è partita tra la fine dell'anno scorso e l'inizio di gennaio dopo un esposto della manager dell'Asl a seguito di alcune anomalie riscontrate dagli uffici: al momento sono coinvolti tre dipendenti, un medico e due impiegati, che avrebbero gonfiato le buste paga.

Complesso, ma se confermato dagli inquirenti molto efficace, uno dei probabili meccanismi per truffare le casse dell'Azienda con importi aumentati che sarebbero stati accreditati ad alcune unità alle quali però sarebbe stata poi corrisposta una somma inferiore. La differenza sarebbe stata quindi accantonata per essere diversamente orientata, ovvero a favore dei presunti medici infedeli. Possibile anche una distribuzione errata di alcuni pagamenti in modo da far risultare corretto il totale mensile erogato, ma non elargito nella maniera corretta.

Meno plausibile l'ipotesi di un'alterazione del monte ore, in quanto se a essere coinvolti fossero medici di base, guardie mediche e specialisti ambulatoriali, sarebbe difficile per loro pensare a questo tipo di stratagemma perché per i primi lo stipendio è determinato dalle quote pazienti, per gli altri dalle ore lavorate e assegnate protocollate nel registro presenze.

Il mese scorso il primo interrogatorio di garanzia per il medico accusato di peculato e falso insieme ai due impiegati. Il professionista, originario dell'Alta Irpinia, avrebbe fornito la sua versione dei fatti agli agenti della Fiamme gialle: allo stato è accusato di aver intascato indebitamente circa 200mila euro. L'interrogatorio si è svolto presso il comando di via Pontieri davanti agli agenti che seguono l'inchiesta su delega del pubblico ministero Fabio Massimo Del Mauro. Ininterrottamente per 6 ore, affiancato dai suoi legali Salvatore e Antonio Rosania, il medico ha fornito chiarimenti per far luce sulle accuse mosse nei suoi confronti, collaborando dunque con gli inquirenti. Tuttavia l'inchiesta potrebbe allargarsi: gli uomini della Guardia di finanza agli ordini del comandante Gennaro Ottaiano stanno continuando a passare al setaccio non solo le buste paga dell'Asl, ma anche le prestazioni occasionali, le prestazioni aggiuntive e le turnazioni eseguite, nonché presunti certificati falsi, al fine di ricostruire le somme non dovute. Sotto la lente della Procura sarebbe finita l'Unità operativa complessa del personale non strutturato dove, con ogni probabilità, sarebbero state trovate le modalità e gli artifici per gonfiare gli stipendi. Al momento solo ipotesi che cercano conferme dopo i sequestri negli uffici dediti ai calcoli delle retribuzioni mensili dei medici di base, delle guardie mediche e degli specialisti ambulatoriali. Fino a oggi, nessuno dei tre coinvolti è stato ancora raggiunto da provvedimenti disciplinari, ma la decisione del direttore generale di affidare l'incarico esterno per approfondire l'indagine della commissione disciplinare potrebbe presto riservare colpi di scena con sanzioni che vanno dalla sospensione al licenziamento. Sulla vicenda non aveva risparmiato parole dure anche il governatore Vincenzo De Luca che, intervenendo il 3 gennaio alla presentazione del calendario all'ospedale «Ruggi d'Aragona» a Salerno, aveva detto: «All'Asl di Avellino qualcuno si paga il doppio stipendio con certificazioni false, so bene quello che abbiamo trovato. Sono decenni di abbandono, di sciatteria, di porcheria».
 
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