Novolegno, via allo smantellamento
della fabbrica: la rabbia degli operai

Novolegno, via allo smantellamento della fabbrica: la rabbia degli operai
di Luigi Pisano
Sabato 22 Febbraio 2020, 08:38
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Fantoni inizia a smantellare la Novolegno. Nella fabbrica di Arcella di Montefredane piomba a sorpresa l'amministratore delegato del gruppo, Giorgio Barzazi, con un'altra decisione choc: l'intenzione di voler smontare il cippatore, un macchinario fondamentale per macinare il legno da riciclo durante il processo di lavorazione; praticamente, il cuore dell'intero ciclo produttivo.

Rabbia e tensioni davanti ai cancelli dello stabilimento specializzato nella produzione di pannelli Mdf, con ben tre auto dei Carabinieri, supportati dall'intervento della Digos. I lavoratori, che comunque continueranno col presidio permanente nella sala consiliare di Montefredane, si sono fiondati davanti alla fabbrica. Dopo un breve incontro con Barzazi, che peraltro è stato accompagnato da fischi e applausi sarcastici quando a bordo di una auto ha lasciato la Novolegno, gli operai sono riusciti ad ottenere un confronto ufficiale con l'amministratore delegato della holding friulana tra un paio di settimane. Resta, però, la questione dell'impianto specifico per la lavorazione del legno che la proprietà vorrebbe trasferire ad Osoppo. In effetti, stando agli accordi sottoscritti l'ultima volta al Mise, la holding friulana avrebbe dovuto smaltire solo i residui di magazzino e il piazzale dove è stoccato il legname da riciclo, ma non smontare i macchinari interi, nella fattispecie un impianto fondamentale come il cippatore.

Operai sempre più sbeffeggiati, visto che l'azienda, nei giorni scorsi, aveva rifiutato l'incontro con i dipendenti, assicurando di dover svuotare solo i magazzini. «Vogliono smontare la Novolegno e portarla al Nord - dice Angelo D'Onofrio, Rsu aziendale - La proprietà ha sempre detto di attenersi a ciò che era stato concordato al Ministero dello Sviluppo Economico, mentre ora decide di voler portare via tutto con arroganza. All'interno della fabbrica, peraltro, abbiamo visto anche qualche collega all'opera senza elmetto di protezione. Ma portare al Nord il cippatore, il cuore dell'intera produzione, significa rubare il lavoro qui. Fantoni sta scappando via come fanno i ladri e sta prendendo in giro un intero territorio. Fino al quindici maggio, però, quando scadrà la cassa integrazione, deve avere rispetto per i 117 operai di questa fabbrica».

Già, tra circa tre mesi scadranno gli ammortizzatori sociali e la convocazione al Mise, per cercare di ottenere una proroga, dopo 39 giorni di assemblea permanente ancora non arriva. Piove sul bagnato, con Fantoni intenzionato a non lasciare più nulla di uno stabilimento che per quaranta anni è stato un punto di riferimento nel settore in tutto il Mezzogiorno. Un fatto gravissimo e il coro degli operai presenti è unanime ed eloquente: «Sono dei razzisti, chiudono qui e ampliano la fabbrica al Nord». L'accordo, sottolineano i sindacati di categoria, non prevedeva questo e ora sono pronti a preparare una denuncia da consegnare al prefetto di Avellino e a tutti gli organi preposti, visto che a Roma si è parlato di smaltimento e non di smontaggio degli impianti, ma anche per verificare tutte le norme di sicurezza presenti all'interno dello stabilimento di Arcella di Montefredane. «Fantoni - fa notare Giovanni Lo Russo, della Filca Cisl - sta sfidando tutti proprio nel giorno dello sciopero generale del settore legno».

La collera è tanta. «L'amministratore delegato del gruppo Fantoni - dice Maurizio Fasulo, Rsu aziendale, che con la delegazione di operai ha velocemente dialogato con Barzazi all'interno dello stabilimento - giustifica lo smontaggio del cippatore sostenendo di dover recuperare le spese. Ha detto che l'azienda è chiusa e non vuol sapere niente».

Ieri, intanto, una delegazione di lavoratori dello stabilimento e le organizzazioni sindacali hanno raggiunto Bari, per lo sciopero nazionale di categoria. Un viaggio in Puglia per continuare una battaglia che si fa sempre più aspra e dura, mentre ad Arcella di Montefredane si vuole cancellare il futuro del sito produttivo. «Lunedì pomeriggio aggiunge Alessandro Galluccio, dipendente dell'azienda è in programma una assemblea all'interno della Novolegno. Un incontro inevitabile, alla luce di quello che sta accadendo nella fabbrica. Del resto, Barzazi ci ha assicurato questo confronto fra quindici giorni».

 
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