Isochimica, appello dei 40 esodati:
«Allo stremo, il governo ci aiuti»

Isochimica, appello dei 40 esodati: «Allo stremo, il governo ci aiuti»
di Rossella Fierro
Venerdì 4 Gennaio 2019, 11:00
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Con l'approvazione della Manovra 2019 gli ex operai Isochimica portano a casa un piccolo risultato: i prepensionamenti per i circa quindici ex scoibentatori che, dopo aver lavorato nella fabbrica dei veleni, erano transitati nel pubblico impiego e avevano effettuato la ricongiunzione contributiva.

Un tassello importante ma che non chiude una vertenza aperta ormai da anni e che, nonostante i diversi interventi normativi registrati nel recente passato, vede ancora circa quaranta ex operai che pur essendo affetti dalle gravi patologie derivanti dall'inalazione di amianto, restano tagliati fuori da qualsiasi beneficio. Quaranta «disgraziati», così si autodefiniscono, cioè quegli ex «amiantini» che dopo la chiusura dell'Isochimica hanno avuto lunghi periodi di disoccupazione proprio a causa di uno stato di salute compromesso o che comunque non hanno maturato gli anni contributivi necessari per andare in quiescenza.
 
Proprio per questo gli ex dipendenti di Elio Graziano rilanciano la vertenza e incalzano il Governo. «Grazie all'impegno della deputata del M5S Maria Pallini, che ha presentato diverse risoluzioni in commissione lavoro alla Camera, in Legge di Bilancio è stato inserito un emendamento che permette a pochissimi ex operai di andare finalmente in pensione. Uno sforzo che apprezziamo ma che - dichiara l'ex scoibentatore Michele Aversa - non è sufficiente. Ci sono ancora oltre quaranta persone che restano fuori e che sono ormai allo stremo delle forze sia fisiche che economiche a causa di interpretazioni burocratiche che, come denunciamo ormai da due anni, hanno tradito lo spirito di una legge votata dal Parlamento».

La speranza di un nuovo intervento volto a porre la contaminazione da amianto come unica discriminante per l'accesso al beneficio, così come certificato dall'Inail, è rappresentata da correttivi da inserire all'interno del prossimo Decreto Milleproroghe o del Decreto Semplificazioni. «Registriamo con soddisfazione l'impegno dell'onorevole Pallini con cui abbiamo avuto un confronto prima di Natale - prosegue Aversa - in quell'occasione abbiamo rappresentato tutta la nostra amarezza e preoccupazione per essere ancora una volta discriminati, nonostante siamo tutti accomunati dallo stesso dramma. Una diversità di trattamento voluta dalla burocrazia che ha tradito, nella sua applicazione, la legge a carattere straordinario del 2014 che ha poi originato quelle successive per gli anni 2015, 2016 e 2017. Se la politica vuole riappropriarsi del suo ruolo, allora non può farsi scavalcare da chi poi scrive i decreti attuativi delle norme votate dal Parlamento. Se la politica pone come condizione per il nostro pensionamento lo stato di salute compromesso da malattie contratte sul luogo di lavoro, allora deve essere così per tutti. Come San Tommaso attendiamo di toccare con mano che gli impegni presi diventino realtà. L'onorevole Pallini si è impegnata a raccogliere nel mese di gennaio tutte le restanti istanze in un unico progetto che, fedele allo spirito e allo scopo della legge, si possa sintetizzare in un'assunzione diretta di responsabilità del Ministro del Lavoro con un atto d'indirizzo chiaro».

«Siamo disponibili al confronto - chiudono gli ex operai - e a proporre eventuali soluzioni che possano in qualche modo rimettere al centro della questione l'unica incontrovertibile verità: chi ha inalato amianto bonificando per nome e per conto dello Stato migliaia di carrozze ferroviarie, ha il diritto a curarsi e andare in pensione».
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