Solofrana senza pace:
è ancora allarme cromo

Solofrana senza pace: è ancora allarme cromo
di Pietro Montone
Giovedì 8 Agosto 2019, 11:32
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Nella Solofrana continua ad essere presente il cromo. A certificarlo sono le analisi effettuate e rese note dall'Arpac. Un dato che fa immediatamente scoppiare la polemica sul mancato disinquinamento del torrente e il ritardo nell'adeguamento tecnologico del depuratore di Solofra. Impianto per il quale solo da poco si è arrivati a definire l'iter necessario a bandire la gara di appalto dei lavori.

 

Vicende che, dopo l'ultimo bollettino dell'Arpac, tornano prepotentemente alla ribalta in un territorio, non solo dell'alta valle dell'Irno, devastato da più forme di inquinamento e dove le evidenze scientifiche sull'incidenza delle forme tumorali sono dibattito ormai quotidiano non solo tra medici e scienziati ma soprattutto tra i residenti. «Si evidenzia spiega l'Arpac - il persistere di una contaminazione delle acque da cromo totale, con picchi di concentrazione pari nei mesi di giugno, maggio, aprile, febbraio e gennaio 2019», Si tratta di picchi di 160 microgrammi per litro quando lo standard è di 7 microgrammi per litro. La presenza dell'inquinante è da ricondurre, verosimilmente, «al persistere di sversamenti anomali di reflui di natura conciaria non depurati nel corpo idrico superficiale».
I campionamenti delle acque del torrente Solofrana sono stati effettuati a Banzano. Nello specifico alla frazione Torchiati, nei pressi del campo sportivo, nel territorio di Montoro che è a confine con Solofra. Sul sito dell'Arpac Campania sono visibili tutti i prelievi effettuati da gennaio ad oggi. La stessa agenzia, nel report, non manca di richiamare le autorità preposte affinché pongano in essere le azioni di controllo necessarie alla salvaguardia del corso d'acqua.
Il Comitato Gente del Sarno che si batte per la salvaguardia del bacino idrografico del fiume è durissimo: «L'Arpac registra ancora superamenti oltre la soglia, consentita per legge, di cromo totale (che continente anche cromo esavalente noto cancerogeno) derivanti da processi industriali delle concerie. A tutti i negazionisti dell'inquinamento da cromo e altri metalli pesanti ricordiamo che è nota la tossicità di questi inquinati. Cosa altro dobbiamo aspettare perché scattino le indagini e i colpevoli vengano assicurati alla giustizia?».
Sull'altro fronte vi è chi ricorda che il polo industriale di Solofra dispone di un sistema depurativo, collegato anche con l'impianto di Mercato San Severino, che da anni provvede a disinquinare le acque conciarie. «Se vi sono pochi delinquenti che ancora sversano nel torrente si legge in parecchi post non significa che è tutta la classe imprenditoriale a farlo», dicono gli industriali.
E c'è chi chiede il blocco totale del depuratore che venne già sequestrato dalla magistratura che ne concesse però la facoltà d'uso.
I tempi della gara di appalto per il rimodernamento dell'impianto di via Carpisani sono diventati biblici. E qui le colpe sono note e chiare, La Regione Campania appare in grande ritardo,
Il fiume Sarno non è solo inquinato da chi sversa abusivamente nel torrente Solofrana ma anche dagli altri affluenti e dalle aziende e cittadine che sono presenti lungo le sue sponde.
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