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Quella che era diventata la sua casa, il San Juan immerso per mesi nel profondo dell'Oceano Atlantico, è diventata la sua bara. Ufficiale della Marina, Eliana Krawczyk, 35 anni, chiare origine polacche ma argentina di Oberà, provincia di Misiones. Orgogliosa di esserlo, imbarcata sul «principe» dei sottomarini argentini.
La sua vita breve, tormentata e avventurosa le sarà passata davanti in un attimo, quando l'infiltrazione d'acqua ha danneggiato le batterie del San Juan, scatenando un corto circuito e un incendio fino al «crush depth», il punto oltre il quale la struttura non regge all'enorme pressione del mare. Il sottomarino, scomparso ormai dal 16 novembre, sarebbe imploso nell'impatto con il suo carico di vite umane.
Come in un film, i suoi anni: lei bambina, chiamata «Estrellita» (Stellina), la più piccola di casa. Eli felice, il sogno di fare l'ingegnere. Gli studi all'università, poi un fratello morto in un incidente stradale e un infarto che si porta via la madre. Fu allora che pensò di lasciare la facoltà d'ingegneria, attratta da una pubblicità della Marina argentina che invitava all'arruolamento. Nella Escuela Naval di Ensenata fu tra i migliori. Nella stanzetta la foto della madre, a casa i familiari e i ricordi. Nel 2012, dopo il corso da sommergibilista, l'imbarco. Lei, prima ufficiale sommergibilista dell'Argentina. Unica donna a bordo, insieme a 43 marinai, nel cuore per tutti l'amore per il mare, l'appartenenza alla Marina. E all'Argentina.
Una donna, nel suo lavoro, dura come l'acciaio, «lei è il sommergibile» ha detto un familiare. In terra due randagi, Floppy e Ramiro, che aveva adottato con tutto l'amore di donna
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«La vita di mare non rassomiglia punto ad una vita in terraferma. Qui, quando sono finiti i doveri quotidiani, si può andare a letto e dormire senza alcun timore» (Smiles, Il dovere)