Aldo Balestra
Diritto & Rovescio
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Zohra, uccisa a 8 anni
vola con i suoi pappagalli

Zohra e, a sinistra, il disegno simbolo rilanciato su Twitter
Zohra e, a sinistra, il disegno simbolo rilanciato su Twitter
di Aldo Balestra
Lunedì 8 Giugno 2020, 19:41 - Ultimo agg. 9 Giugno, 08:46
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«Zohra, la domestica di 8 anni pestata a morte per aver liberato due pappagallini» (LaStampa.it, 7 giugno ore 17.06)
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A otto anni non dovresti, mai e ovunque, lavorare. Dovresti andare a scuola, e giocare. Zohra Shah aveva smesso assai presto di giocare, povera tra i poveri nella città di Kot Addu, provincia dello stato indiano del Punjab. La sua famiglia, quattro mesi fa, l'aveva affidata ad una ricca coppia pakistana, nella città di Rawalpindi. «Assunta», a otto anni, come domestica. E doveva anche badare al figlioletto dei coniugi. In cambio neanche uno stipendio da girare alla famiglia lontana 400 chilometri, ma solo la promessa di provvedere alla sua istruzione.

Otto anni, Zohra. E già in gabbia. In realtà e contesti dove puoi essere data in sposa, venduta, avviata alla prostituzione. Dove felicità è concetto che non esiste per chi è piccolo e povero tra i poveri. Zohra lavorava, in quella casa, e s'occupava persino di un bimbo di appena sette anni più piccolo di lei. Sgobbava, ad otto anni, a piedi nudi, lo sguardo basso, mentre lustra con uno straccio un pavimento di pregio nella sua «prigione». L'unica nota che la riportava alla felicità negata era quando, non vista da nessuno, giocava nella grande casa con due pappagallini in gabbia. In gabbia come lei.

Sarà stato forse per questo che Zohra, all'improvviso, ha donato ai pappagallini la libertà che lei non aveva più e non poteva avere, li ha fatti volare via, oppure - chissà - è stata una distrazione mentre provvedeva (anche) alla loro pulizia. Non si saprà mai, perchè Zohra è morta, uccisa dalle due bestie con sembianze umane che erano i suoi datori di lavoro. L'hanno picchiata, lei piangeva. E giù botte, e botte ancora. L'hanno torturata. Fino a toglierle il respiro per sempre. I suoi carnefici sono stati arrestati, hanno raccontato di averla picchiata perché, sì, aveva fatto scappare i pappagallini. L'autopsia stabilirà se (come fanno sospettare alcune ferite) abbia subìto anche l'ultimo oltraggio dell'abuso. 

Il mondo s'indigna, l'hashtag #JusticeForZohraShah è corso veloce su Twitter, la rabbia per l'accaduto e la dolce fantasia dei disegni di una una bimba in gabbia stanno facendo il giro del pianeta. Il mondo s'indigna, sì, ma solo sulla Rete. Perchè si continua a far poco per i bambini che vivono dove si calpesta la loro fragilità. Si preferisce chiudere gli occhi, voltarsi dall'altra parte, mentre in ampie zone della Terra i più piccoli continuano ad essere orrida merce di scambio. Hanno un valore economico. Uccisi, venduti come schiavi per lavorare o prostituirsi, mutilati per rubar loro gli organi, stuprati, dati in pasto a carnefici per ogni insana fantasia, fatti morire di fame, mandati alla guerra. Trasformati in piccole macchine per mendicare, rubare, spacciare, uccidere.
Quanta triste e ancora attuale consapevolezza, nelle parole di Mandela.
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«Non ci può essere rivelazione più acuta dell'anima di una società che il modo in cui tratta i suoi bambini» (Nelson Mandela)
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