Ultimo viene il corvo

Venerdì 19 Aprile 2013, 13:06 - Ultimo agg. 19 Marzo, 09:10
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Se dice «fattore umano» è tra virgolette e ricordando che lo direbbe Graham Greene, se presta il suo Tandy è per darlo ad Hitchens e mica per strada: no, nelle sabbie del deserto. Se dice forbici intende di «acciaio di Pittsburgh» come avrebbe detto Carlo Levi, e poi il cane incimurrito di Montale, la massima di Jefferson, il film di Clooney, Benjamin e Adorno, la galleria pop di Leo Castelli, Brera, Sottsass, e poi Eco e Singer con i quali ha fondato “Golem” questo lo ripete a motore, e lui studente felice e infreddolito a Columbia. Chi è? Ma come? Sono due pagine dello spirito del tempo: Gianni Riotta, dal suo libro, “Il web ci rende liberi?” (Einaudi). È tutto così: l’ha detto Clinton o Roosevelt alla radio, l’ha fatto Balestrini, quando mi chiamò Montanelli e prima Gianni Agnelli per farsi spiegare il web, appunto,  pagine fitte di citazioni, rimandi: dalla sua tesi di laurea ai Rodotà (padre e figlia), che uno alla fine si chiede: Che cosa ho letto? Un puzzle d’aria altrui intervallato da inutili schegge di autocompiacimento? E senza nemmeno rispondere alla domanda del titolo. Ma c’è l’ultima intervista televisiva al cardinale Martini e fuori il cielo lombardo trasformato dal sole nel «così bello quando è bello» di Manzoni, poi ultimo (forse) viene Riotta, come il corvo di Calvino.  
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