Punti di vista, certo, fatto sta che negli ultimi dieci anni oscilla tra Spagna e America Latina, continente giovane e vitalistico, l’attenzione del mondo gastronomico mondiale, e le donne ne diventano protagoniste assolute. Per esempio il 2014 è stato l’anno della bellissima Helena Rizzo, di origini italiane, ex modella, proclamata a 35 anni migliore cuoca del mondo dalla rivista Restaurant che ogni anno promuove la Fifty Best, l’unica classica che è stata in grado di scuotere il potere assoluto della Michelin nel disegnare la gerarchia dei migliori locali del mondo.
Helena, primi passi proprio in Italia è in Spagna, lavora al Manì a san Paolo del Brasile, aperto nel 2004 assieme al marito, anche lui cuoco, Daniel Redondo. È stata lei a prendere il posto di Nadia Santini del Pescatore a Canneto sull’Oglio (tre stelle Michelin) come migliore cuoca del mondo nel premio Veuve Cliquot
In questo brodo di cultura si sono altre due grandi cuoche, la tristellate Carme Ruscalleda, al lavoro al Sant Pau, non lontano da Barcellona,fra i primi ristoranti di Spagna e del mondo e Elena Arzak, figlia del grande cuoco basco Juan Mari, che ha difeso con determinazione l’importante riconoscimento Michelin.
In Italia uno spiffero di questo vento dell’Ovest lo trovate a Marzapane a Roma dove c’è al lavoro Alba Esteve Ruiz, anno di nascita 1989, spagnola, esperienza dai roca come Helena Rizzo, che in un paio di nani si è fatta largo nel difficile panorama romano legato, come quello napoletano del resto, soprattutto alla capacità di eseguire la tradizione. Molti dei piatti che ne hanno decretato il successo si alternano ancora in carta, come il battuto di gambero rosso, grasso e goloso, servito con burrata, crema di melanzane affumicate, confettura di pomodoro e croccante al pistacchio; oppure come l’agnello al «churrasco» e «chimichurri» con la cicoria e il peperoncino super piccante ad addomesticare la carne. Così come sempre in carta trovate la «carbonara 2013», con la crema di uovo assoluta protagonista: una versione personale e unica che non può assolutamente mancare nel manuale degli appassionati dell’antica ricetta romanesca.