Appalti e rifiuti nell’alto casertano,
condannati in cinque

Appalti e rifiuti nell’alto casertano, condannati in cinque
Appalti e rifiuti nell’alto casertano, condannati in cinque
di Marilù Musto
Venerdì 15 Febbraio 2019, 17:13
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È stata l’inchiesta giudiziaria che ha fatto tremare l’alto Casertano più di quanto abbia fatto il sisma del 2013. È «Assopigliatutto», l’indagine curata dai pm Alessandra Di Vico e Giorgia De Ponte della Procura retta da Maria Antonietta Troncone, terminata nel settembre del 2016 con gli arresti di politici e tecnici per un giro di appalti e gare truccate nel settore dei rifiuti.
Vicenda che coinvolse, tra gli altri, il patron dell’azienda «Termotetti», Gino Imperatore, l’ex sindaco di Piedimonte Matese, Vincenzo Cappello e l’ex presidente della Provincia, Angelo Di Costanzo.
Questi ultimi, hanno deciso di affrontare il processo con rito ordinario davanti ai magistrati della prima sezione del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, presieduta dal giudice Donatiello. Ieri, invece, c’è stata la sentenza per gli imputati che hanno scelto il rito abbreviato. E così, il giudice Alessandra Grammatica del tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha condannato i tecnici e gli imprenditori per vari episodi di turbativa d’asta. In sostanza, avrebbero partecipato ai brogli per «truccare» gli affidamenti nel settore della raccolta dei rifiuti nell’Alto Casertano. Ipotesi accolta dal giudice di Santa Maria alla prima verifica, nonostante alcune misure cautelari scattate all’epoca siano state poi annullate dal Riesame di Napoli. Questa la sentenza: l’ingegnere Ernesto Palermiti è stato condannato a un anno e quattro mesi di reclusione e al pagamento della multa di 733 euro, pena sospesa. Gennaro D’Onofrio a un anno e al pagamento di 533 euro, l’imprenditore dei rifiuti Francesco Iavazzi a un anno e quattro mesi e 733 euro e Antonio Menditto a un anno e 533 euro. Pena meno «rigida» per Luciano Sorbo, detto Luca: otto mesi di carcere e pagamento di 600 euro. Il tribunale ha anche deciso di condannare Sorbo al risarcimento dei danni nei confronti del Comune di Piedimonte Matese che si era costituto parte civile e processo.
Ma gli avvocati difensori degli imputati, ora, promettono battaglia in Appello. Motivazione alla mano, le toghe Gennaro Iannotti, Amedeo Barletta e Renato Iappelli impugneranno la sentenza di primo grado.
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