Ucciso dal clan nel 1988,
condannato Cicciariello Schiavone

Ucciso dal clan nel 1988, condannato Cicciariello Schiavone
di Biagio Salvati
Mercoledì 3 Aprile 2019, 12:00
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Applicava la tecnica del «cavallo di ritorno» con veri capi di bestiame, in particolare le bufale da mozzarella della zona dei Mazzoni, chiedendo un «riscatto» per restituirle ai legittimi proprietari e quando non accettavano le teneva per sé.

Per questo, Luigi Capone, piccolo imprenditore agricolo di Grazzanise fu ucciso dal tribunale della camorra nel lontano 1988. Il movente del delitto è emerso con le dichiarazioni di Francesco Schiavone detto «Cicciariello», camorrista dissociato, che ieri è stato condannato per quell'omicidio a 20 anni di reclusione insieme a due complici, ovvero i pentiti Antonio Iovine e Cipriano D'Alessandro. Questi ultimi condannati entrambi a dieci anni di pena con il beneficio della legge sui collaboratori di giustizia. Il processo si è svolto con rito abbreviato davanti al gup del tribunale di Napoli Claudio Marcopido, lo stesso giudice che aveva già rinviato a giudizio un quarto imputato, ovvero Walter Schiavone (fratello del famigerato Sandokan) che si trova già a giudizio davanti alla Corte di Assise di Santa Maria Capua Vetere.
 
Il furto di bufale nella zona e gli episodi di «bufala di ritorno», aveva fatto allarmare non poco gli esponenti del clan (sotto accusa a vario titolo quali mandanti esecutori e specchiettista) allertati anche dal boss Vincenzo De Falco. Come da «legge della camorra» senza le autorizzazioni della cosca nulla è consentito e così il gruppo decise per l'eliminazione del piccolo imprenditore agricolo ucciso a colpi di fucile. Fu sorpreso all'esterno della sua azienda: a esplodere i primi colpi fu Cicciariello, da un'auto, successivamente Iovine lo finì con altri colpi ma Capone era già in fin di vita.

I retroscena del delitto sono stati acquisiti dalla Direzione distrettuale antimafia con le prime dichiarazioni di dissociato di Francesco Schiavone detto Cicciariello nel 2015. Successivamente, a seguito di versioni discordanti con gli altri coimputati Schiavone è stato sentito dai pm antimafia, fino all'incriminazione dei responsabili condannati ieri. Nel collegio difensivo sono stati impegnati gli avvocati Pasquale Diana, Carlo Destavola e Giuseppe Tessitore.
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