Ormai non passa giorno che i lavoratori della Softlab (200) e quelli della Orefice Generators (23), tutti provenienti dalla reindustrializzazione di Jabil, non manifestino per ricordare all'opinione pubblica, ma soprattutto alle istituzioni, la loro condizione. Una situazione drammatica. Quelli di Softlab che non hanno ricevuto le ultime tre retribuzioni e con la spada di Damocle della scadenza della cassa integrazione il prossimo dicembre, quelli di Orefice, licenziati perché hanno rifiutato il trasferimento in Sardegna imposto dall'azienda e anche loro con la Naspi (l'indennità mensile di disoccupazione per i lavoratori che involontariamente hanno perduto il lavoro) in scadenza.
Ieri mattina si sono dati appuntamento davanti all'uscita del casello autostradale di Marcianise, da dove hanno sfilato in corteo lungo la strada provinciale 335 fino ad arrivare alla sede di Maddaloni dell'azienda, percorrendo circa 3 chilometri. Una manifestazione durata un paio d'ore e che ha provocato il blocco del traffico sulla strada che da Marcianise conduce a Maddaloni, già sempre molto frequentata dalle auto, causando numerosi disagi a chi a quell'ora si è trovato nella zona. La polizia ha provveduto a bloccare anche l'uscita di Maddaloni delle variante proveniente da Caserta per evitare ulteriori problemi.
I dipendenti della Softlab, tra l'altro, hanno appreso che gli stipendi arretrati saranno liquidati direttamente dall'Inps, quindi con un notevole ritardo. «Tempo che non possiamo più aspettare affermano i lavoratori - perché con l'inflazione in aumento ed il caro vita che ci attanaglia non possiamo permettere a chi doveva garantire lavoro, di andare via dal territorio portando via con sé denaro pubblico e lasciandoci in una condizione disperata». Intanto, l'attenzione è tutta concentrata al tavolo di crisi convocato per lunedì al Ministero delle Imprese e del made in Italy. Una riunione di estrema importanza, in cui l'amministratore delegato della Softlab dovrà spiegare quando e in che modo vuole liquidare le spettanze arretrate ai lavoratori ma, ancora più importante, dovrà presentare un nuovo piano industriale che possa garantire occupazione.
I lavoratori, intanto, chiedono che le istituzioni e la politica, in particolare i parlamentari del territorio, intervengano per risolvere la grana stipendi e per garantire il rispetto di accordi firmati da ministeri, Regione Campania, sindacati e aziende e Confindustria, che impegnavano Softlab e Orefice, una volta assunti i lavoratori dalla Jabil, a garantire e mantenere la produzione nel Casertano o al massimo nella vicina area industriale del Napoletano. «Il fallimento delle reindustrializzazioni farlocche dicono dalla Fiom, il sindacato dei metalmeccanici della Cgil - non è un problema che riguarda solo i dipendenti delle aziende citate, è un problema che riguarda tutto il territorio, perdere altra capacità produttiva e occupazionale è un'eventualità che va contrastata. Lunedì ci sarà un incontro importante al Mimit, le lavoratrici e i lavoratori si auspicano delle soluzioni concrete per riavere la loro dignità e una prospettiva vera di lavoro. A quell'incontro dovrebbero dare un loro contributo responsabile anche i parlamentari eletti sul territorio».