«Crack house» a Castel Volturno:
11 arrestati per spaccio di droga

«Crack house» a Castel Volturno: 11 arrestati per spaccio di droga
Venerdì 9 Novembre 2018, 12:18 - Ultimo agg. 13:38
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Undici persone arrestate e due interi piani di un palazzo, diventato negli anni una vera e propria «crack house», posti sotto sequestro. Si tratta di uno stabile in condizioni di fatiscenza e degrado, luogo di dormitorio per immigrati. È il bilancio dell'operazione «Alcatraz» realizzata a Castel Volturno, in una zona ritenuta dagli investigatori sotto il controllo della mafia nigeriana che gestisce lo spaccio di droghe soprattutto pesanti. A portarla a termine i carabinieri, coordinata dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere. In manette sono finiti sei nigeriani, due liberiani e un immigrato della Sierra Leone, oltre a un indiano e un italiano.

L'indagine che ha confermato come il comune del litorale casertano sia ormai un punto di riferimento per consumatori di droga provenienti da tutta la Campania, ma anche dal Lazio e dalle altre regioni vicine, come l'Abruzzo. 

 

«Roccaforte» dello spaccio, specie di eroina, cocaina, metadone e crack, ma anche luogo di consumazione della droga, era lo stabile ubicato a Castel Volturno noto come «Palazzi Grimaldi», da anni punto di ritrovo di pusher e tossicodipendenti, dove la magistratura e le forze dell'ordine intervennero già nel febbraio 2015 con numerosi arresti, che poi hanno portato all'instaurazione di un processo conclusosi con condanne totali per quasi 80 anni di carcere. Sull'immobile trasformato in crack house, anche dopo la fine del primo processo, sono proseguiti i sopralluoghi e i monitoraggi; i carabinieri della stazione di Grazzanise e della Compagnia di Santa Maria Capua Vetere, dal dicembre 2017 ad oggi, hanno accertato che la situazione non era cambiata, lo spaccio continuava - 143 le cessioni di droga accertate - e ben due piani dello stabile erano adibiti al consumo.

Durante l'operazione i Palazzi Grimaldi sono stati sgomberati e i due piani sequestrati.
Gli inquirenti hanno scoperto che mezzo grammo di eroina veniva venduto a 20 euro, un grammo di cocaina a 40 euro. I pusher, è poi emerso dalle intercettazioni, usavano termini criptici con gli acquirenti per indicare la droga, ovvero parole come «scura», «bianca», nera«, »italiana« o »africana«. Nel corso dell'indagine è anche stato scoperto che la droga veniva trasportava e ceduta a consumatori residenti nella provincia di Teramo. Quindici in totale gli indagati.
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