Furbetti del cartellino in ospedale,
​licenziati sette medici su 28 indagati

Furbetti del cartellino in ospedale, licenziati sette medici su 28 indagati
di Marilù Musto
Martedì 13 Agosto 2019, 11:51 - Ultimo agg. 14 Agosto, 11:14
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Licenziati sette medici dell'ospedale «San Rocco» di Sessa Aurunca. Sette su 28 indagati. Una «bomba» sull'ospedale aurunco che ora dovrà correre ai ripari per gestire la carenza di personale in corsia.
Ma la sentenza è categorica: sì al licenziamento in tronco. Questa la decisione della commissione disciplinare dell'Asl di Caserta comunicata ieri mattina dal direttore dell'ospedale «San Rocco» ai sette camici bianchi, molti anestesisti e pediatri, coinvolti nell'inchiesta sull'assenteismo in ospedale.

 

In realtà, già ad aprile c'era stato l'«immediato deferimento dei dipendenti coinvolti all'ufficio Provvedimenti disciplinari per l'applicazione della più grave sanzione del licenziamento prevista per fatti illeciti anche a rilevanza penale» recitava il comunicato dell'Asl all'indomani della notizia delle misure cautelari.
Questa di agosto, dunque, è una decisione in linea con quel comunicato ed è piuttosto netta: piove come una tagliola sui camici bianchi finiti nel mirino della magistratura di Santa Maria Capua Vetere. Eppure, durante l'udienza davanti ai giudici del Riesame, era caduta l'accusa di associazione per delinquere contestata dalla Procura, ma restava in piedi l'ipotesi di truffa e la falsa attestazione in merito all'utilizzo di badge.
I sette presunti «furbetti del cartellino» dell'ospedale San Rocco, dunque, non potranno più esercitare in ospedale ma possono, in ogni caso, impugnare la decisione dell'Asl di Caserta.
Dei 28 operatori interni all'ospedale - fra loro c'erano tre infermieri e sei amministrativi - diciotto (tutti medici e dirigenti) erano stati colpiti da una misura cautelare. Ma qual è stata la ragione che ha portato al licenziamento solo di sette unità? «I meccanismi dell'assenza sono stati ritenuti più gravi rispetto ad altri», fanno sapere dall'Azienda Sanitaria in maniera informale. Nessuno, infatti, commenta la decisione.
In realtà, al momento della notizia sull'esito dell'indagine della procura di Santa Maria, diretta da Maria Antonietta Troncone, iniziata nel 2017, l'ex direttore generale dell'Asl casertana Mario De Biasio annunciò la decisione di agire optando per la misura disciplinare più aspra. E così è stato. Uno degli operatori intercettati - era emerso dalle indagini - avrebbe effettuato un viaggio all'estero facendo timbrare il figlio. Nelle telefonate, risate e battute dopo un primo controllo dei militari: «Dice che si rischia il posto... Allora l'ospedale rimane vuoto», dice l'indagato in questione, captato dai carabinieri di Vairano Patenora e Teano, coordinati dalla compagnia di Capua con a capo il maggiore Francesco Mandia. Il mercoledì successivo all'inchiesta, infatti, era stata pubblicata la delibera con cui la direzione rendeva nota la sanzione di licenziamento nei confronti degli interessati. In sostanza, la loro pratica personale è stata affidata all'ufficio Provvedimenti disciplinari, in modo da eseguire il licenziamento per coloro per cui sia già possibile attuarlo, e verificare i requisiti, rispetto alle indagini e ai capi d'imputazione, per tutti gli altri.
Gli indagati che dovranno affrontare le fasi del procedimento penale sono ora impegnati anche sul fronte amministrativo e impugneranno il provvedimento.
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